Il sovrasfruttamento della pesca, un problema sempre più drammatico per la fauna marina, è collegato in buona parte alle pratiche illegali. Secondo il Wwf, la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Inn) è una “causa principale” di pesca eccessiva a livello internazionale. Le stime indicano che le catture Inn globali annuali oscillano tra gli 11 e i 26 milioni di tonnellate di pesce, che rappresentano fino al 20% delle catture totali mondiali. Come scrive FoodNavigator, la pesca Inn mette a rischio gli stock ittici selvatici e gli habitat oceanici, minacciando l’estinzione delle specie e interrompendo le reti trofiche marine. Distorce la concorrenza, infligge danni alle comunità costiere ed è associata ad altri crimini, come il riciclaggio di denaro e la tratta di esseri umani. Si stima che oltre il 34% della pesca mondiale sia sovrasfruttato mentre il 60% viene pescato al massimo della sua capacità.
Le aziende al centro delle accuse
E al contrario di quello che si potrebbe pensare, la pesca di frodo non è messa in atto solo da azienda completamente al di là della legge. Il nuovo rapporto della Ong Planet Tracker rivela che anche le società quotate in borsa stanno intraprendendo pratiche di pesca illegali. “C’è un’aspettativa generale che le società quotate non siano in grado di intraprendere attività illegali mentre sono quotate in una borsa valori riconosciuta. Questo è falso: le società quotate possono essere coinvolte consapevolmente o inconsapevolmente in attività illegali”, avverte il rapporto. Planet Tracker ha svelato tre società quotate che possiedono navi “presumibilmente impegnate” o che “si sono impegnate” nella pesca Inn: Dongwon Industries Co Ltd, quotata a Seoul; Rongcheng Xinlong Aquatic Products Co Ltd, quotata a Shenzhen; e Cnfc Overseas Fisheries Company Ltd, quotata a Shenzhen. “Inoltre, la Pingtan Marine Enterprise, quotata a New York, è stata accusata di pesca illegale dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ma nessuna delle sue navi compare negli elenchi Inn, mettendo così gli investitori in una posizione particolarmente precaria”. è stato raccontato a FoodNavigator.
Il peso dell’Europa alla pesca illegale
L’Unione Europea è il più grande mercato ittico del mondo, importando oltre il 60% dei suoi prodotti ittici. Secondo FoodNavigator, due delle attività di pesca legate alle pratiche Inn di Planet Tracker hanno accesso al mercato nell’Unione europea. La Cnfc Overseas Fisheries Company è inclusa nell’elenco dei fornitori registrati dell’Ue autorizzati a vendere prodotti della pesca nel blocco, nonché nell’elenco dei fornitori cinesi approvati. Nel frattempo, la coreana Dongwon Industries, che si descrive come “l’azienda di prodotti ittici numero uno al mondo”, afferma di esportare prodotti a base di tonno in mercati tra cui Europa, Stati Uniti e Giappone. “L’Ue ha una legislazione anti-pesca illegale relativamente robusta proprio per evitare di importare pesce pescato Inn. Tuttavia, non si può escludere che alcuni pesci catturati illegalmente entrino nei mercati dell’Ue”, ha detto a FoodNavigator, François Mosnier, analista di ricerca finanziaria per Planet Tracker e autore del rapporto.
I trucchi usati
L’analista della ricerca ha suggerito che il sistema di import/export contiene ancora una serie di scappatoie che possono essere sfruttate dalle aziende impegnate in pratiche Inn. “Ad esempio, le importazioni di pesce sono ancora accompagnate da certificati di cattura cartacei (circa 50mila all’anno per un solo paese come la Spagna) e non esiste ancora un sistema completamente digitale a livello dell’Ue per condividere le informazioni tra gli Stati membri. È ampiamente sospettato che le aziende impegnate nell’Inn sfruttino la debolezza del sistema importando pesce attraverso Stati membri con un’attuazione meno rigorosa del regolamento anti-Inn”. Mentre il pesce illegale proveniente da paesi extraeuropei “può entrare nelle catene di approvvigionamento dell’Ue”, Mosnier ha aggiunto, “Non dimentichiamo che anche il pesce illegale nelle filiere europee proviene direttamente dall’Ue. Ci sono molti casi di pesca Inn in Europa, soprattutto legati a Spagna, Malta, Italia o Francia”.
Le possibili soluzioni
Planet Tracker crede che la soluzione a questo problema siano sistemi più robusti di tracciabilità e trasparenza. Il think tank senza scopo di lucro stima che l’implementazione della tracciabilità dei prodotti ittici potrebbe raddoppiare il margine di profitto dei trasformatori di pesce riducendo al contempo i rischi degli investitori.
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