Mentre il governo italiano sembra credere che la cattura della C02 in depositi sotterranei come strumento per la transizione ecologica sia un’idea talmente buona da prevedere in manovra 150 milioni di euro per finanziare il progetto Ccs (si chiama così, “Carbon capture and storage”) di Eni a Ravenna, Bruxelles la pensa diversamente. La Commissione Ue, infatti, si è espressa negativamente rispetto alla richiesta di finanziamento del gigante energetico italiano.
Fuori dalla lista
“Avevamo visto giusto noi di Europa Verde – spiegano Silvia Zamboni e Paolo Galletti, coportavoce di Europa Verde Emilia-Romagna – nell’attaccare l’impianto Ccs per la cattura e lo stoccaggio della CO2 che Eni vorrebbe realizzare al largo di Ravenna: anche la Commissione europea in queste ore ha bocciato il progetto negando i finanziamenti che Eni aveva richiesto tramite il Fondo Europeo per l’Innovazione”. L’impianto Ccs Eni, infatti, non rientra tra i sette progetti aggiudicatari dei finanziamenti, e neppure tra i quindici che riceveranno l’assistenza della Banca europea per gli investimenti. “Una sonora bocciatura che l’Eni si è ben guardata dal rendere noto tramite i suoi canali, dopo aver suonato, al contrario, la grancassa nei mesi estivi circa la richiesta di un sostegno finanziario allo European Innovation Fund”, scrivono i Verdi.
La risposta di Eni
Secondo Eni, che ha risposto al Fatto sulla bocciatura, la decisione di Bruxelles, non deriverebbe dalla qualità del progetto, che sarebbe stato promosso, ma dalla “mancanza in Italia di un quadro normativo certo”.
Un progetto molto osteggiato
Il Ccs di Eni sconta da tempo l’opposizione degli ambientalisti, non solo i Verdi ma anche Greenpeace, Legambiente e Friday for Future. Europa Verde invita il governo italiano a “non finanziare quest’opera. Semmai si preoccupi di sostituire i vertici del colosso energetico nazionale che continuano a non voler fare i conti con la necessità di avviare una vera transizione energetica verso la decarbonizzazione. Contro la Legge sul Clima europea che fissa al 2030 il target di riduzione della CO2 del 55%, per quella data Eni prevede di abbassare le proprie emissioni climalteranti del 25%”.
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