Cosa sono i Dalgona, i biscottini diventati famosi grazie a Squid Game

DALGONA

Nel 1902 grazie a Matthew Barrie nel romanzo “L’uccellino bianco” compare per la prima volta Peter Pan che dagli anni ’80 darà vita alla Sindrome di Peter Pan. Questa sindrome caratterizza chi stenta ad entrare nel mondo degli adulti e preferisce vivere una eterna e spensierata giovinezza, l’immagine più bella è quella dell’attore Robin Williams. Nel contempo, la bambola assassina, la bambola gigante dello Squid Game o il volto del pagliaccio Joker di Arthur Fleck sono usati nel mondo dell’horror perché ci attirano come il miele pur spaventandoci quanto ci piace e ci serve. Oggi grazie alla serie televisiva Squid Game si sente parlare del Dalgona. Parliamo di un biscotto molto semplice e anche molto dolce e nel contempo delicato, per cui il piacere di averlo compensa il rischio di romperlo per un nonnulla. Nella nostra settimanale escursione dei Miti Alimentari proveremo a capire se questi dolci sono innocui per chi li prepara e chi li mangia oppure possono nascondere qualche insidia.

I Dalgona sono dei biscotti facili da preparare da parte anche di inesperti pasticcieri

VERO Preparare i “Dalgona biscuits” rappresenta la terza prova da superare nello Squid Game che oggi vede milioni di partecipanti più o meno virtuali, spettatori della serie attualmente in onda su Netflix. Si tratta di semplici caramelle con l’aggiunta di bicarbonato di sodio, non di lievito che è un organismo vivente non capace di resistere alle temperature di riscaldamento, o anche di aceto che servono a renderle più leggere alla vista e al gusto. Il bicarbonato di sodio altro non è che il lievito chimico ovvero un modo rapido ed efficiente per sviluppare anidride carbonica. Alleggerire le caramelle le rende di fatto più friabili e croccanti adatte allo scopo del gioco che consiste nel separare la forma centrale dalla cornice esterna. Questi biscotti, che però tali non sono, prendono nomi differenti nei diversi paesi dove si consumano: in Inghilterra sono cinder toffee, in Scozia puffy candy, chiamati sponge candy negli Stati Uniti a dimostrazione che si tratta di un cimelio di pasticceria oggi recuperato. Il nome Dalgona è tipico della Corea del Sud, dove è ambientata la serie Squid e da sempre sono destinati ai bambini per soddisfare la loro voglia di dolciumi e di zucchero, del resto alzi la mano chi non è tentato da Lucignolo! Come spesso accade il tutto nasce da un cibo povero, un vero street food che era venduto appena fuori dalle scuole e rappresentava un premio per i bambini alla fine della loro fatica quotidiana. La serie di Netflix ne fa un uso distopico per disegnare un futuro negativo o quanto meno non utopico come tutti vorremmo, in modo da rendere lo scopo del gioco.

I Dalgona non sono un problema per la salute di chi li consuma

FALSO Il problema dei Dalgona più da valutare risiede nell’uso dello zucchero – bianco o di canna che sia non vi è differenza – che rappresenta l’ingrediente principale e quasi unico alla base del dolce. Lo zucchero una volta riscaldato e fuso in modo non troppo rapido a 160 °C, produce del caramello che diventa “caramello scuro” se si riscalda oltre i 175°C. Il caramello è una delle delizie del palato. Esiste anche un caramello sintetico per uso industriale da considerare come additivo con il codice E150. In realtà esistono vari tipi e non equivalenti fra loro di caramello e l’EFSA raccomanda dal 2008 di usarne quanto basta per raggiungere i livelli sensoriali previsti ma di non andare oltre, il tutto è riassunto nel termine “quantum satis”. Uno studio belga del 2011 identificò nel caramello una serie di sostanze potenzialmente pericolose specie per la salute dei più piccoli, ma pur non dimostrandosi genotossico o cancerogeno, se ne suggerisce per un bambino di 3 anni del peso di 15 chili un consumo inferiore a 4,5 grammi al giorno. Un adulto da circa 60 kg può mangiarne fino a 18 g al giorno. La miscela di Dalgona appena preparata è molto calda per cui l’ideale è di usare una teglia o una padella antiaderente o anche della carta da forno per evitare altri rischi. A queste criticità si aggiunge un aspetto nutrizionale relativo alle calorie che si introducono con i Dalgona. Infatti, si parla di circa 390 calorie per 100 grammi di prodotto che del resto è basato solo su carboidrati a volte anche aggiunti alla fine spolverando i biscotti appena sfornati oppure ricoprendoli con del cioccolato. In conclusione, sono dolci che hanno uno scopo puramente ludico, da offrire in maniera sporadica ai più piccoli, mentre chi li consuma per altri motivi non sono certo le calorie introdotte a creare un problema quanto il non farli in modo perfetto come prevede lo Squid Game.

Non seguo la serie televisiva e non amo molto i dolci, per cui non potrò mai provare i Dalgona

FALSO Chi non partecipa al gioco per non sentirsi escluso può fortunatamente godere dei Dalgona attraverso varie possibilità fra cui il “Dalgona caffè” che viene offerto in Corea del Sud nei moderni coffee shop. Questo caffè altro non è che una variante eretica del classico cappuccino, che si aggiunge al cappuccino caldo, a quello scuro o a quello con schiuma etc., da accoppiare a biscotti o gelati. La novità di questo nuovo cappuccino è nella diversa distribuzione del latte in basso nella tazza e del caffè più in alto e per fare ciò si rende leggero il caffè montandolo con acqua e zucchero e aggiungendo del ghiaccio. In altre parole, questo cappuccino “stravolto” si trasforma in un caffè all’americana, lungo e molto simile ad un dolce sia pure liquido. Del resto, se riflettiamo, un prodotto che proviene quasi dagli antipodi della nostra cultura non può che essere presentato al meglio che come una bevanda rispettosa della legge dell’analogia di Ermete Trismegisto dove “il sotto è sopra e il sopra è sotto”.