Da zucchero popolare, associato alla naturalezza della frutta e dunque sicuro, a imputato numero uno del terribile sospetto di provocare l’obesità. Il fruttosio sta vivendo una stagione di rivalutazione negativa in tutto il mondo, grazie alle continue scoperte della comunità scientifica, anche se le industrie continuano a utilizzarlo fin troppo spesso.
L’ultima ricerca, condotta da due scienziati inglesi e appena pubblicata su Nature, contribuisce a fare chiarezza sulle molte accuse nei confronti di questo zucchero, spiegando i meccanismi che sono alla base degli effetti negativi che gli sono attribuiti.
I ricercatori, alimentando i topi con sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, hanno scoperto che l’assunzione di questo zucchero nella dieta espande la superficie dell’intestino e favorisce l’assorbimento dei nutrienti e dunque agevola l’aumento di peso.
Obesità: una pandemia silenziosa
L’incidenza dell’obesità è in costante aumento, spiegano i ricercatori, a livello globale tra il 1975 e il 2016 è triplicata, con un costo elevato per la salute pubblica. L’obesità predispone gli individui a varie malattie, compreso il cancro, e il numero di decessi associati a livello globale ogni anno (stimato in 2,8 milioni) è in scala simile ai decessi associati a COVID-19 segnalati nella pandemia in corso. Sebbene le diete ricche di grassi siano state sempre imputate di gran parte della colpa dell’aumento dell’obesità, il consumo eccessivo di zuccheri trasformati e sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) in particolare, è fortemente implicato nell’obesità indotta dalla dieta. Se e come il fruttosio causi l’obesità negli esseri umani rimane una questione molto dibattuta. In un rapporto su Nature che dovrebbe far pensare due volte prima di ingurgitare bevande zuccherate con snack grassi, Taylor et al. suggeriscono che l’HFCS promuove l’obesità aumentando la capacità dell’intestino di assorbire i nutrienti, scrivono i due ricercatori.
I danni del fruttosio per il fegato
I due studiosi fanno il punto delle conoscenze attuali: sono emerse prove che l’intestino tenue funge da guardiano per il corpo dei mammiferi contro gli effetti dannosi del fruttosio, il principale dei quali è l’accumulo aberrante di grasso (definito steatosi) nel fegato. Quantità moderate di fruttosio, come quelle ingerite durante il consumo di frutta, vengono assorbite e scomposte dalle cellule intestinali. Quantità eccessive, come quelle che potrebbero essere ingerite dopo aver bevuto una bevanda zuccherata, sopraffanno la capacità di assorbimento dell’intestino e il fruttosio “fugge” nel flusso sanguigno per raggiungere il fegato intatto, oppure fuoriesce dall’intestino tenue e raggiunge il colon.
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Il fruttosio che finisce nel colon viene scomposto dai batteri residenti per produrre molecole che possono quindi alimentare la sintesi dei lipidi nel fegato. Inoltre, aumenta la “permeabilità” intestinale e consente ai nutrienti ingeriti e alle tossine dai batteri nel colon di sfuggire al fegato, dove attivano i segnali infiammatori delle cellule immunitarie che aumentano la steatosi. Pertanto, l’eccesso di fruttosio danneggia il fegato sia direttamente che indirettamente attraverso cambiamenti nell’intestino.
Gli effetti sull’intestino
Il fruttosio ha anche un effetto precedentemente sconosciuto sulla struttura dell’intestino. Si è scoperto che i topi nutriti con HFCS avevano protrusioni intestinali più lunghe – strutture note come villi – e assorbivano più nutrienti dietetici rispetto ai topi che non ricevevano HFCS nella loro dieta. Inoltre, le diete grasse causavano un aumento di peso ancora maggiore nei topi se tali diete contenevano anche fruttosio rispetto a quando non lo contenevano.
Perché piace tanto alle industrie
La conclusione dei due autori è abbastanza semplice: “evitare del tutto le bevande zuccherate potrebbe essere un buon inizio per frenare l’obesità”. Eppure per limitare o escludere del tutto il fruttosio nella nostra dieta non basta semplicemente rinunciare alle bevande zuccherate.
Nei test che conduciamo sul Salvagente questo zucchero (specie nella forma sciroppo di glucosio-fruttosio) lo ritroviamo nei gelati, merendine, cereali per la prima colazione, confetture, biscotti (anche integrali), yogurt e salse varie. Il fruttosio, infatti, è uno degli zuccheri più graditi all’industria: prezzo basso, elevato potere dolcificante, alta solubilità sono un richiamo irresistibile per molti, nonostante gli effetti negativi sul nostro organismo siano sempre più evidenti.