“Mi hanno clonato la PostePay, riavrò indietro i miei soldi?”

TRUFFA POSTEPAY

Caro Salvagente

sabato scorso, dopo aver notato un messaggio sul mio telefono, ho controllato l’importo disponibile sulla mia postepay standard, ricaricata da pochi giorni di 200,00 euro. L’importo disponibile era di pochi spiccioli, quindi ho fatto ciò che è previsto: blocco carta, denuncia presso la locale stazione dei Carabinieri, disconoscimento operazioni non effettuate presso ufficio postale. Non so se otterrò rimborso, ma soprattutto: ci sono carte più sicure di altre, o comunque consigli che i vostri esperti possono fornire?

Grazie per l’attenzione

Vincenzina

 

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Cara Vincenzina, grazie per averci scritto. Abbiamo girato la sua domanda a Raffaella grisafi, legale di Konsumer Italia ed esperto di questione bancarie e finanziarie. Ecco la sua risposta

La consumatrice ha correttamente fatto i primi passi che in questo caso fare per mettere al riparo il proprio conto e allo stesso tempo avviare le procedure di indennizzo. Alla richiesta, Poste dovrà obbligatoriamente rispondere entro 60 giorni e la consumatrice non dovrà accontentarsi di una risposta che genericamente dichiari che tutto è avvenuto regolarmente e non risultano anomalie ma dovrà chiedere il dettaglio della operazione anche al fine di valutare se vi sia stato un omesso controllo e quindi possa adire all’Arbitro Bancario finanziario per far valere i suoi diritti.
Purtroppo questa tipologia di frodi è sempre più ricorrente ed è richiesto ad consumatore un grado di allerta più elevato. Utile può essere attivare i servizi di sms alert che consentono al consumatore di monitorare il conto in tempo reale. E’ importante inoltre che l’intermediario attivi sistemi di autenticazione rafforzata come richiesto dalla legge in modo da proteggere il cliente il quale quindi per prima cosa dovrà assicurarsi che risultino attivi sul suo profili tutti i sistemi di protezione previsti dalla legge. Da ultimo si presti particolare attenzione ai dati personali custoditi sul cellulare e alla inconsapevole condivisione di password e altre credenziali con finti call center, c’è una regola base che non cambia e che cioè la propria banca non ha mai bisogni di chiedere per mail, telefono o via messaggio i nostri dati personali e le password perchè semplicemente li conosce già. Quindi diffidare da tentativi di terzi di carpire i dati e custodire password e carte con la stessa attenzione con cui siamo abituati a mettere al riparo un portafogli con i contanti. In fondo la regola di prudenza è la stessa.