Spid gratuito? A luglio diventa a pagamento per molti: ecco cosa fare

Ad oggi risultano bloccati i finanziamenti pubblici destinati dal Pnrr agli operatori che forniscono il servizio e chi ha lo Spid con Aruba e Infocert si troverà a pagare circa 6 euro l’anno. Ecco cosa fare per non pagare

Che succede allo Spid, il sistema di identità digitale che consente l’accesso a molti servizi pubblici e privati a oltre 40 milioni di cittadini italiani? Tra un mese potrebbe diventare a pagamento perché, a oggi, risultano bloccati i finanziamenti pubblici da 40 milioni di euro previsti da un decreto del 2023 e destinati agli operatori che forniscono il servizio.
Aruba e Infocert, due dei maggiori provider che offrono lo Spid, hanno già avviato meccanismi di pagamento: Aruba ha fatto scattare a maggio una tariffa di 4,9 euro più Iva l’anno, che si paga dal secondo anno di attivazione. Infocert ha annunciato un pagamento di 5,98 euro (Iva inclusa), dal 28 luglio.
Ad oggi lo Spid resta gratuito per tutti gli altri fornitori, tra cui Poste Italiane, che detiene circa il 70% degli utenti.

Finanziamento bloccato, il 9 luglio scadono le convenzioni

La possibilità che per il servizio potesse essere richiesto un corrispettivo di pagamento era prevista fin dall’inizio, nonostante siano stati messi a disposizione fondi pubblici finalizzati ad evitare aggravi per i cittadini. A fine 2022, infatti, le convenzioni tra lo Stato e i gestori privati di Spid (come Poste Italiane, Aruba, InfoCert, Sielte e altri) sono scadute. Per evitare interruzioni nel servizio, l’Agenzia per l’Italia Digitale ha prorogato d’ufficio gli accordi. Le attuali convenzioni scadono ad ottobre e dal 9 luglio inizia il periodo di tre mesi nei quali è previsto l’avvio dei negoziati per il rinnovo.
Chiaramente i provider non stanno a guardare e, se non dovesse arrivare il sostegno economico, previsto da un emendamento al decreto Pnrr, procederanno con l’introduzione di costi a carico dei cittadini. Il finanziamento da 40 milioni per i provider dovrebbe sbloccarsi a giorni, ma chi ha iniziato ad introdurre canoni a pagamento difficilmente tornerà indietro.

L’alternativa allo Spid è la Cie, carta d’identità elettronica

Il governo punta ad un maggiore utilizzo della Cie, la carta di identità elettronica. Il rapporto di utilizzo tra Cie e Spid è cresciuto molto nell’ultimo anno, passando da 1 a 20 a 1 a 10 con circa 7,3 milioni di attivazioni di App di Cie.

Il pagamento non è automatico, ecco come recedere

Finché lo Spid gestito da Poste Italiane resterà gratuito, l’impatto per i cittadini resterà limitato. Ma se così non fosse, si aprirebbe uno scenario piuttosto critico non solo per gli utenti, ma per la natura stessa di Spid che verrebbe trasformato in un prodotto commerciale vero e proprio.
A oggi è così solo per Aruba e InfoCert che comunque devono offrire la possibilità di recedere (come per qualunque servizio a pagamento).
Per quanto riguarda Infocert, il rinnovo a pagamento non è automatico: chi non esprime il consenso non vedrà addebitato nulla ma non potrà utilizzare il servizio.
Per recedere dal contratto con Infocert è possibile:

  • inviare una PEC all’indirizzo [email protected];
  • inviare una raccomandata a/r all’indirizzo InfoCert S.p.A., – Direzione Generale e Amministrativa – Piazzale Flaminio 1/B 00196 Roma.