La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 500 tonnellate di sesamo contaminato da ossido di etilene mentre 30 imprenditori sono stati denunciati nella maxi operazione che ha coinvolto tutta Italia. In alcuni casi, contenevano oltre 500 volte la dose massima prevista
I militari si sono attivati dopo la segnalazione di alcune associazioni di consumatori che avevano denunciato la presenza della sostanza tossica nei prodotti arrivati dall’estero, così sono partite le indagini. I finanzieri del gruppo Pronto Impiego hanno monitorato diverse attività che vendevano i semi di sesamo, con particolare attenzione per quelli importati da Cina, India, Paraguay e Argentina, analizzando alcuni campioni dei semi stessi o di prodotti che li contenevano. Questo ha portato a scoprire su diversi scaffali, anche della distribuzione organizzata, il prodotto con altra concentrazione del composto chimico pericoloso: in alcuni prodotti la sostanza, usata come conservante e antiparassitario per il trasporto intercontinentale (e che in Europa è sottoposta a limitazioni specifiche) superava la normativa di 520 volte la dose massima.
Sono scattate 50 perquisizioni in tutta Italia in depositi, aree portuali e stabilimenti. L’accusa, per oltre 30 imprenditori italiani, è quella di commercio di sostanze alimentari pericolose, in concorso con i loro fornitori esteri: le pene possono raggiungere i 10 anni di reclusione per chi li ha usati o commercializzati, o per chi li ha commercializzati con consapevolezza del rischio nei confronti del consumatore.
Quella dei semi di sesamo contaminati da ossido di etilene è una storia che va avanti da ottobre dello scorso anno: l’allerta, partito dalla Francia, è arrivato nel nostro paese con un mese di ritardo e comunque ha interessato tutta l’Europa. L’elenco dei prodotti è lunghissimo e spazia da farine, grissini, cracker e, da ultimo i gelati.