Falso extravergine, AssoConsum presenta denunce in sei procure

OLIO PROCURE

AssoConsum sulla base dei risultati dell’ inchiesta del Salvagente che ha svelato che 7 oli comunitari su 15 venduti come extravergini ma alla prova del panel test sono risultati essere semplici vergini, ha presentato denunce in sei procure ipotizzando la frode in commercio (515 cp).

Vuoi leggere tutti i nomi e i risultati del test del Salvagente? Clicca sul pulsante verde qui in basso e acquista la tua copia del giornale

Sì, voglio acquistare il numero del Salvagente!

Acquista qui il numero di maggio con le analisi sui 15 oli comunitari

A finire declassati dall’analisi del panel test svolta dal Laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma al quale il nostro giornale si è rivolto sono stati dei lotti di: Carapelli Il Frantolio; Colavita Mediterraneo tradizionale, Cirio Classico, Coricelli Extravergine, De Cecco Classico, Il Saggio Olivo – Todis, La Badia – Eurospin (quest’ultimi due sono stati imbottigliati dall’Oleificio Fiorentini).

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Gli avvocati Mirian Chianese e Aniello Chianese di Assoconsum hanno presentato gli le denunce-querele per le procure: “Gli esposti sono state depositati presso la procura competente in base alla sede legale delle aziende coinvolte: alla Procura di Chieti per la De Cecco, a Spoleto per Coricelli, Bologna per Cirio, a Firenze per Carapelli, a Roma per Colavita e Todis, Siena per La Badia – Eurospin. L’ipotesi di reato è frode in commercio sulla base del responso delle vostre analisi svolte dall’Agenzia delle Dogane”.

Il punto principale su cui si basano le querele è aver indotto il consumatore a pensare che l’olio scelto fosse proprio un extravergine: “Dal responso delle vostre analisi – spiega l’avvocato Chianese – è lampante che il consumatore finale è stato indotto all’acquisto di un olio extravergine salvo poi ritrovarsi con un altro prodotto di minore qualità pur avendo pagato sovrapprezzo. Il reato ipotizzato sanziona proprio la consegna di un bene diverso da quello dichiarato o pattuito”.