Lo studio dell’Università di Padova. “Pfas connessi a danni al cervello e Alzheimer”

Non solo interferenti endocrini ma anche in grado di alterare il sistema nervoso. I Pfas, secondo l’ultimo studio dell’Università di Padova, uno dei pochi centri che da anni si occupa delle conseguenze per la salute delle sostanze perfluoro alchiliche, sarebbero dunque connessi anche al possibile insorgere dell’alzheimer. Secondo i risultati ottenuti dal team di ricerca coordinato dal professor Carlo Foresta, infatti, elevate concentrazioni di Pfas si assiste a delle alterazioni congenite del sistema nervoso o disturbi comportamentali e/o neurologici come l’Alzheimer, l’autismo o disturbi dell’attenzione e iperattività.

Lo studio

Il professore Foresta, ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Padova ha spiegato al Quotidianosanità: “Lo studio si è basato su due steps. Il primo è stato condotto su persone decedute e residenti in quelle aree della Regione Veneto esposte alle sostanze inquinanti, attraverso prelievi autoptici nell’ambito del programma di donazione del corpo alla scienza in collaborazione con la sede di anatomia dell’Università di Padova. Analizzando la concentrazione di Pfas nelle diverse aree cerebrali, abbiamo capito che esiste una correlazione tra l’esposizione a questi inquinanti e le loro concentrazioni nel cervello, in particolare in alcune zone del sistema nervoso, come ad esempio nell’ipotalamo”.

Risultati senza precedenti

La seconda parte dello studio è stato condotta su cellule nervose in laboratorio_ “Partendo dalle cellule staminali – ha continuato Foresta – le abbiamo differenziate in neuroni durante diversi stadi di sviluppo, esponendole in ogni fase a concentrazioni di Pfas comparabili con quelle trovate nel cervello. Questo ha permesso di dirci, durante il differenziamento delle cellule, che gli inquinanti si legano ai neuroni e ne modificano il loro funzionamento, alterandone la stabilità della membrana. I risultati di questo studio permettono di comprendere come queste sostanze agiscano direttamente sull’uomo a livello cerebrale, favorendo la possibilità di sviluppare patologie come l’autismo, Alzheimer e demenza o alterazioni comportamentali e dello sviluppo”. Secondo lo studio, le interferenze possono verificarsi sia a livello embrionale dello sviluppo del sistema nervoso nel feto, che nell’adulto, dove le modificazioni del sistema nervoso centrale indotte dai Pfas possono essere “un elemento patogenetico che giustifica l’incremento delle malattie neurologiche riscontrate nelle popolazioni esposte”.