“Aloe cancerogena? Ecco perché i consumatori italiani debbono stare tranquilli”

ALOE

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“Vorrei che una cosa fosse chiara e arrivasse forte ai consumatori: non tutti i prodotti a base di Aloe sono banditi, ma solo quelli che contengono idrossiantraceni”. Antonino Santoro è consigliere delegato di FederSalus, l’associazione nazionale più rappresentativa nel settore degli integratori alimentari e presidente di EHPM la Federazione europea che raggruppa 14 associazioni nazionali di paesi europei e circa 1600 aziende.

Ha accettato di parlare con il Salvagente del Regolamento che dall’8 aprile ha bandito diversi prodotti alimentari a base di Aloe e ha fatto molto rumore nel nostro paese. Non a caso, visto che in Italia, primo mercato europeo degli integratori, ogni anno si vendono milioni di confezioni a base di questa pianta per un fatturato che si aggira intorno ai 100 milioni di euro.

Dottor Santoro, Federsalus ha precisato di non condividere le modalità in cui la Commissione europea ha deliberato il verdetto sull’Aloe. Perché?

A nostro giudizio c’è stato uno scollamento tra quanto dichiarato negli anni da Efsa ed evidenziato negli studi valutati e quello che ha concluso la Commissione. Fin dall’inizio non c’è stata una valutazione univoca da parte dell’Autorità alimentare europea, c’erano anche molti dubbi di cui la Commissione non ha tenuto conto.

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Dunque le vostre associazioni sono ancora dell’idea che gli idrossiantraceni contenuti nella parte esterna delle foglie di Aloe non siano cancerogeni?

Sì e non siamo certo i soli. Ci sono studi indipendenti come quelli della Sitox, la Società italiana di tossicologia, che smentiscono si tratti di sostanze cancerogene. Ma non sono stati minimamente tenuti in considerazione da parte della Commissione. E anche il nostro ministero della Salute, nelle riunioni comunitarie aveva appoggiato la posizione delle associazioni  nel ribadire i dubbi espressi anche nella valutazione di Efsa. Poi vorrei aggiungere una cosa…

Lo faccia, dottor Santoro

Il regolamento non comprende aromi e farmaci. Se una sostanza è cancerogena perché dovrebbe esserlo solo negli integratori e non, tanto per fare un esempio, quando è contenuta in un amaro?

Come che sia, ora il bando c’è. Cosa accadrà agli integratori che molti italiani erano abituati a prendere?

Vorrei tranquillizzarli: non spariranno dal mercato tutti gli integratori a base di Aloe per la semplice ragione che gran parte non contengono gli idrossiantraceni  che la Commissione ha vietato.

Ci faccia capire, non è forse vero che alcuni produttori dovranno ritirare i propri integratori?

Non posso escludere che ci siano preparazioni che abbiano impiegato anche la parte più esterna della foglia e che dunque possano contenere le molecole bandite e dovranno adeguarsi a quello che è un obbligo di legge.  Quelle preparazioni  che si ottengono solo dalla parte interna della foglia  dell’aloe, e cioè dal gel, non contengono queste sostanze. La nostra associazione ha suggerito ai suoi soci di controllare che i propri prodotti non contengano idrossiantraceni  e ci sono metodi, anche se non ufficiali, e laboratori che sono in grado di dare questa sicurezza arrivando anche a quantificare concentrazioni inferiori a una parte per milione che è il limite massimo consentito.

Non pensa che tanto l’associazione italiana che quella europea avrebbe potuto dare prima il consiglio di controllare ed escludere queste sostanze? In fondo le prime avvisaglie del pericolo erano del 2013…

Nella vita si può sempre fare meglio; la valutazione conclusiva dell’Efsa è del 2018 e per come l’Efsa si è sempre espressa non ci si aspettava  un provvedimento come quello adottato dalla Commissione europea. Si potevano tutt’al più ipotizzare avvertenze o limitazioni d’uso , o ancora il monitoraggio dei prodotti per 4 anni così come previsto dal regolamento 1925/2006  ma non si prevedeva un bando.