Interferenti endocrini, l’Anses individua 906 sostanze da valutare

INTERFERENTI ENDOCRINI

L’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria e alimentare ha stilato una lista di 906 sostanze per le quali va valutato il potenziale di interferente endocrino. Tra queste appaiono molte sostanze a noi note come il glifosato, il benzofenone, il folpet. Allo stesso tempo, l’Agenzia propone anche un metodo per determinare se si tratta di un interferente endocrino noto, presunto o sospetto. Tutto questo lavoro mira a rendere l’identificazione degli interferenti endocrini più rapida, efficiente e condivisa e a promuovere la loro valutazione in conformità con gli obiettivi francesi ed europei per la riduzione dei rischi associati alle sostanze chimiche.

Gli interferenti endocrini sono sostanze che interferiscono con il funzionamento ormonale di esseri umani e animali e hanno effetti deleteri su questi organismi o influiscono sulla sopravvivenza della specie. Possono, ad esempio, influenzare la riproduzione, lo sviluppo, il metabolismo, l’immunità o persino promuovere lo sviluppo di tumori. Sono onnipresente ed è molto difficile riconoscere ed evitare di venirne a contatto: qui abbiamo provato a fare una mappa del rischio.

La “strategia” francese

La Francia è l’unico paese ad essersi dotato di una Strategia La seconda strategia nazionale: la seconda (SNPE 2), addirittura, è stata lanciata qualche anno fa, nel 2019 e mira entro il 2022  a ridurre l’esposizione della popolazione e dell’ambiente a queste sostanze. Ed è in questo contesto che deve essere inserita la lista stilata dall’Anses a cui è stato dato mandato di sviluppare due strumenti metodologici per concentrare gli sforzi sulle sostanze prioritarie potenzialmente dannose per il sistema endocrino e per valutarle rigorosamente. Questi due strumenti sono:

    • Un elenco di sostanze di interesse a causa della loro potenziale azione endocrina, associata a una strategia di prioritizzazione,
    • Un metodo esperto, che consente di soppesare il peso delle prove scientifiche che indicano che una sostanza è un interferente endocrino, al fine di classificarlo come provato, sospetto o sospetto.

Alcuni di questi lavori sono stati presentati all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) e agli Stati membri impegnati nello stesso processo di rafforzamento della valutazione degli interferenti endocrini questo nella convinzione dell’Anses che la cooperazione scientifica, nazionale e internazionale è un fattore essenziale per accelerare la presa in considerazione del pericolo di perturbazioni endocrine presentato da determinate sostanze.

Dal censimento alla definizione delle priorità

In tutto il mondo sono stati stabiliti diversi elenchi di potenziali interferenti endocrini, definiti in base a criteri e perseguendo obiettivi diversi. Di conseguenza, il numero di sostanze in questi elenchi varia notevolmente, da diverse decine a diverse migliaia. Secondo la definizione dell’OMS, una sostanza è riconosciuta come un interferente endocrino se soddisfa le seguenti tre condizioni:

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    • ha effetti nocivi sulla salute;
    • altera una o più funzioni del sistema endocrino
    • un collegamento tra queste due osservazioni è biologicamente plausibile.

Deve inoltre essere dimostrato che gli effetti osservati in modelli animali o cellulari sono rilevanti per l’uomo o per una specifica popolazione animale.

Le 906 sostanze

Nell’elenco appaiono 906 sostanze che hanno molteplici usi: alcune sono utilizzate solo nei processi industriali, altre sono presenti nei prodotti di consumo quotidiano, nei prodotti fitosanitari, nei biocidi o nei farmaci. Alcuni di essi sono già oggetto, nel quadro normativo europeo, di misure per valutarne le proprietà di interferenza endocrina. Tutto l’elenco può essere visualizzato a questo link.

Alcune di queste sostanze sono vietate o fortemente regolamento in Europa mentre altre sono tranquillamente utilizzate. L’Agenzia ha quindi messo a punto un meccanismo per dare priorità alle sostanze a cui la popolazione è esposta in Europa e il cui esame delle proprietà endocrine, non ancora pianificato, richiede una mobilizzazione prioritaria.

Applicando questo meccanismo, ANSES ha identificato 16 sostanze prioritarie, che ritiene dovrebbero essere soggette a una valutazione del loro pericolo come interferenti endocrini. Questa selezione sarà oggetto di una consultazione del comitato direttivo tematico ANSES sugli interferenti endocrini. Al termine di questa consultazione, l’Agenzia formulerà la sua raccomandazione ai ministeri responsabili dell’SNPE 2, sulle sostanze da includere nel suo programma di lavoro a partire dall’anno 2021. Questo lavoro integra quindi i processi delle valutazioni europei già in atto per valutare il carattere di interferenza endocrina delle sostanze.

La nuova metodologia

Come sostiene da diversi anni e in particolare in un parere del 2016 sui criteri che definiscono un interferente endocrino, Anses sottolinea ancora una volta la necessità di poter distinguere, dopo la valutazione, tra interferenti endocrini noto, presunto, sospetto. Le categorie definite da ANSES si basano sulla probabilità che una sostanza sia un interferente endocrino:

Noto: sostanze per le quali la probabilità di essere IE è alta (oltre il 90%)
Presunto: sostanze per le quali non si può dire che siano un IE ma per le quali il sospetto è alto (probabilità tra il 66% e il 90%)
Sospetto: sostanze per le quali esistono informazioni preoccupanti, ma non sufficienti per consentire un giudizio approfondito (probabilità tra il 5% e il 66%).

Questa metodologia offre una garanzia di prendere in considerazione tutti i dati disponibili per una sostanza in un dato momento. Con un risultato graduale, dovrebbe consentire di adottare regole di gestione differenziate in base agli usi e alle popolazioni esposte: ad esempio, normative più stringenti per i giocattoli, con divieto di interferenti endocrini “provati”, “sospetti” ma anche “sospetti” .

La metodologia proposta ribadisce la volontà dell’Agenzia di supportare lo sviluppo di normative nazionali ed europee nella direzione di una migliore presa in considerazione dell’incertezza scientifica e dei livelli di evidenza, in un momento in cui l’Europa ha manifestato la propria disponibilità a modificare vari regolamenti per tenerne maggiormente conto il pericolo di interferenti endocrini.