Stesso prodotto, qualità differenti. Nel 2019 l’Unione Europa, dopo le denunce di alcuni Stati membri che lamentavano proprio una diversa attenzione dei produttori nel confezionare alimenti diversi a seconda del mercato di riferimento, ha iniziato ad affrontare la situazione con una serie di studi di monitoraggio ad hoc. la principale di queste ricerche è stata resa nota nel 2019 e aveva evidenziato una serie di differenze nella composizione degli alimenti. Lo scopo della seconda parte dello studio, presentato in questi giorni, era scoprire se queste differenze compositive possono essere percepite dai sensi umani.
Paese che vai, gusto che trovi
È emerso che le differenze sensoriali sono chiaramente evidenti nella composizione del prodotto. Ad esempio, differenze significative nel contenuto di zucchero nei cereali per la colazione possono essere percepite influenzando la dolcezza complessiva del prodotto. Al contrario, quando le differenze di composizione erano piccole, gli esperti non potevano percepirle, ad esempio, variazioni minori nel contenuto di grassi nelle patatine. Nel complesso, sono state riscontrate differenze sensoriali in 10 dei 20 prodotti testati.
Lo studio è stato condotto come progetto pilota, testando 20 prodotti che avevano mostrato differenze di composizione nella prima parte dello studio. I campioni di ciascun prodotto sono stati acquistati in 5-10 diversi Stati membri. Poiché i tester sono stati appositamente formati, è probabile che il consumatore medio non percepisca necessariamente le stesse differenze.
Un palato fine
Il fatto che le differenze potessero essere rilevate o meno dagli esperti dipendeva non solo dal fatto che fossero grandi o piccole, ma anche dal tipo di ingredienti utilizzati: si poteva rilevare una differenza tra vari dolcificanti sintetici nell’aranciata.
“Allo stesso tempo, va notato che i consumatori non basano la loro decisione di acquistare un prodotto esclusivamente sull’esperienza sensoriale ma possono anche essere influenzati da altri elementi, come i costi” spiegano i ricercatori.
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Alcuni esempi
Dicevamo che i ricercatori hanno selezionato una serie di alimenti confezionati e in prima battuta hanno messo in evidenza le differenze negli ingredienti. Gli abbiamo dato uno sguardo. Ad esempi, in Italia la Fanta è fatta dal 12% di arance e zucchero mentre in tutti gli altri paesi la percentuale è molto più bassa (quasi la metà). Perdiamo, però, il 3% di latte nel Kinder Pinguì (in Italia è fatto col 21% di latte mentre in Slovacchia la percentuale sale al 24). I “nostri” Kellogg’s Special K Classic/Original sono più zuccherati di quelli della Repubblica Ceca, ad esempio: 15% rispetto a 11,9. La nostra Heinz Mayonnaise, infine, contiene il 68% di olio di colza: ce la caviamo meglio rispetto alla Lituania dove la percentuale sale di 10 punti.