Milioni di api italiane fermate alla frontiera per la Brexit: “Rischiano di morire tutte”

API BREXIT

Ogni anno Patrick Murfet, un apicoltore vicino a Canterbury nel Kent, importa api dal Sud Italia per popolare i propri alveari – messi ogni anno a rischio dalle temperature rigide – e per l’impollinazione. Da gennaio però per effetto della Brexit sono scattate nuove regole – molto più stringenti – per l’ingresso di merci e animali nel paese. A farne le spese anche i 15 milioni di api provenienti dal Sud Italia e ferme alla frontiere e che ora rischiano di tornare indietro se non di morire.

Murfet, amministratore delegato di Bee Equipment, che al referendum votò “Sì” alla Brexit, ha detto alla Bbc: “È una situazione incredibilmente stupida per un paese che dovrebbe stare in piedi con le proprie gambe ed esportare in tutto il mondo”. Nel frattempo un portavoce del dipartimento per l’Ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali (Defra) ha affermato che fornirà una guida agli importatori di api e agli apicoltori il prima possibile. Dopo la Brexit, solo le api regina possono essere importate “liberamente” senza particolari restrizioni.

Nel tentativo di evitare il divieto di importazione e rispettare le nuove leggi, Murfet ha fatto in modo che le api arrivassero attraverso la frontiera tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord ad aprile, ma, secondo quanto ha dichiarato, gli sarebbe stato detto, dai funzionari del Defra, che sarebbe comunque un’importazione illegale.

Il signor Murfet, come riporta la Bbc, ha pagato un deposito di 20.000 sterline per le api e rischia di perdere quasi 100.000 sterline di costi se non può portarle nel paese. “Meno api da miele – ha concluso l’apicoltore – significa meno impollinazione, meno frutti (si stima un calo del 20%, ndr) e più importazioni”.