La lobby europea contro gli Ogm che vuole un’etichettatura trasparente fino in fondo

Ogm

In Europa aumenta la pressione per regolamentare l’etichettatura di cibo non Ogm in maniera chiara e soprattutto senza eccezioni all’interno della filiera. Ad oggi, infatti, prodotti come carne, latte, uova possono essere definiti tali anche se i mangimi usati sono transgenici. A fare lobby per delle regole di maggior tutela per i consumatori è soprattutto la European Non-Gmo Industry Association (Enga), stata fondata dalla German Association for Food without Genetic Engineering (Vlog) e dalla piattaforma austriaca per la produzione di alimenti senza Ogm (Arge Gentechnik-frei). Come riporta FoodNavigator, Vlog è stato istituito nel 2010 per sostenere l’etichettatura degli alimenti non Ogm e, così facendo, incoraggiare una maggiore trasparenza degli Ogm sulla confezione. Mentre il sigillo non Ogm di Vlog, chiamato “Ohne GenTechnik” è ben consolidato in Germania, l’amministratore delegato Alexander Hissting vede un potenziale per una maggiore armonizzazione in tutta l’unione europea.

Le lacune europee

Al recente evento Ifoam Organics Europe sugli Ogm e l’editing genetico in agricoltura, Hissting ha spiegato che Vlog vuole “consentire la libertà di scelta” per i consumatori, così come per i settori alimentare e dei mangimi:  “Con la nostra etichetta non Ogm, stiamo cercando di colmare una lacuna nella legislazione dell’Ue”. Secondo la legislazione dell’Ue, infatti, latte, uova e carne non sono tenuti a esibire etichette con scritto “Ogm” se gli animali che li hanno prodotti sono stati nutriti con mangimi geneticamente modificati. Solo per il biologico è richiesta l’assenza di mangimi Ogm. Vlog, invece, ha una serie di criteri molto più restrittivi per concedere la propria certificazione: non può contenere Ogm o parti di essi; neanche vitamine, aromi, enzimi o altri additivi alimentari prodotti con l’ausilio di Ogm; e nessuna pianta transgenica nei mangimi animali – con limiti di tempo rigorosi osservati se gli animali sono stati allevati a un certo punto con mangimi contenenti piani Ogm.

Un movimento che si espande

“Oggi abbiamo 46 organismi di certificazione che controllano regolarmente oltre 1000 aziende di mangimi, migliaia di produttori, decine di migliaia di agricoltori e oltre una dozzina di paesi dell’UE”, ha detto Hissting ai delegati all’evento. Tra questi anche Bioagricert in italia. Circa il 60-70% di tutta la produzione di latte, uova, pollame e carne in Germania è certificata secondo lo standard Vlog. Intanto, 10 paesi hanno regolamenti espliciti di etichettatura non Ogm, e tra questi c’è l’Italia, ma non basta, anche perché ci sono venti che soffiano in direzione contraria: Svezia, Paesi Bassi, Belgio e Serbia hanno normative che impediscono l’etichettatura non Ogm.

L’esempio del marchio dell’Alto Adige

Attualmente esistono diverse piattaforme di etichettatura non Ogm in tutto il blocco. In Italia, il marchio “Qualità Alto Adige” garantisce per latte e prodotti caseari l’assenza di transegenico in tutta la filiera. Tuttavia, come ha sottolineato Vlog non esiste alcuna certificazione comune per aumentare il riconoscimento da parte dei consumatori e nessuno standard europeo è stato stabilito in tutti i segmenti alimentari. E proprio in questa direzione Engo spinge per rendere l’industria alimentare europea più trasparente e amica del consumatore.