“Ma a che serve il nuovo contatore se in bolletta vanno ancora i consumi presunti?”

SPESE CESSAZIONE BOLLETTE ELETTRICHE

Caro Salvagente, scrivo in merito alla spropositata fatturazione per consumi presunti, da parte di A2A, nella bolletta elettrica di dicembre 2020. Ho un contratto con servizio di maggior tutela. Nonostante abbia, da diversi anni il contatore elettronico con telelettura, in passato ho ricevuto sempre addebiti per consumi presunti, di circa 43 kWh. Nell’ultima bolletta la lettura stimata è arrivata a 143 kWh. Ho inviato due email e un modulo di reclamo ad A2A senza ricevere alcun riscontro.
A questo si aggiunga che a settembre di quest’anno Unareti (A2A), mi ha sostituito il contatore elettronico con una nuova versione. Nella documentazione di presentazione del nuovo misuratore, si asseriva che fra i vantaggi, ci sarebbe stata la riduzione dei consumi presunti.
Quindi immaginerete il mio disappunto, per questa presa per i fondelli.
Ciro Giordano

 

Caro Ciro, con i contatori di ultima generazione, in effetti, dovrebbe risolversi il problema dei consumi presunti, in quanto le letture vengono rilevate direttamente da remoto, senza l’intervento del letturista, come succedeva anni fa, e quindi i dati dovrebbero essere sempre aggiornati. Dovrebbero, in quanto non bastano gli apparecchi perché questo sistema funzioni: è il distributore di zona che deve fornite tale dati al fornitore, che poi su questi numeri, emette la fattura di periodo. Cosa che evidentemente non sempre succede e non solo nel suo caso.

Abbiamo chiesto a Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia, un approfondimento. Ecco cosa ci ha risposto.

La regola generale è che in caso di contatore elettronico, per rilevare i consumi per fasce orarie, il distributore è tenuto a effettuare la rilevazione mensile delle misure di energia elettrica includendo, ove consentito dal misuratore, i dati di potenza attiva massima mensile, prelevata.

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Per certo il fenomeno dei consumi presunti, si è ridotto notevolmente rispetto al passato, soprattutto per le forniture di energia ma, può succedere che un bimestre venga emesso su stime perché il fornitore non ha ricevuto in tempo i dati reali aggiornati; la normativa di settore, comunque, gli consente l’emissione della fattura di periodo sui dati presunti che, in genere si rifanno ad uno storico del cliente.

Lato cliente, invece, si può comunicare l’autolettura, nel caso in cui ci si renda conto che le fatture continuano a essere emesse su dati presunti;  la fattura verrà emessa quindi su questo dato, che poi verrà sempre confermato o smentito dalle successive letture reali del distributore.

Per il caso del Sig. Giordano, sulla fattura, si ha l’addebito per un periodo riferito al vecchio contatore (31/08/2020 – 28/09/2020), lasso di tempo per il quale sono addebitati consumi su letture reali, che corrispondono a 70 kWh. Si passa poi al nuovo contatore, che parte dal 29/09/2020, e per il periodo successivo, quindi dal 29/09/2020 al 31/10/2020, si ha l’addebito, sempre su dati reali, di 77 kWh.

Infine, si arriva al periodo che va dal 31/10/2020 al 21/11/2020, dove in effetti i consumi addebitati sono su stime: si addebitano 143 kWh per questo periodo, ed in effetti, la stima è più alta rispetto alla media dei periodi precedenti.

In questi casi, va sicuramente comunicata la lettura reale, tramite i canali del proprio fornitore ed eventualmente va contestata per iscritto  la fattura, perché contiene una stima eccessiva. La contestazione sospende il pagamento fino ai ricalcoli su dati reali e il cliente pagherebbe per differenza.

Ma bisogna anche tenere in considerazione, che nella fattura successiva, è probabile che venga effettuato un conguaglio su dati reali, riportando la fatturazione sui parametri regolari, e quindi se la stima è stata eccessiva, ci sarà una somma a credito per il cliente che ha pagato più del dovuto.

I fornitori possono emettere fatture di periodo su stime, salvo poi correggere i dati basandosi sulle autoletture del cliente o sui dati reali forniti dal distributore e di conseguenza effettuare conguagli a credito o a debito del cliente.

In sostanza, l’eventuale cifra pagata in più, viene recuperata con le fatturazioni successive.