L’Efsa minimizza i rischi degli interferenti endocrini

EFSA

La Endocrine Society, una società di 18.000 membri che include ricercatori e medici specializzati nel sistema ormonale, ha scritto una lettera pubblica all’Efsa in cui critica il progetto di parere del comitato scientifico dell’Agenzia sulla plausibilità biologica delle risposte alla dose non monotone e il loro impatto sulla valutazione del rischio.

Il punto di vista secondo il quale “è la dose che fa il veleno”, usato nella valutazione convenzionale dei pericoli, comporta che gli effetti aumentino costantemente di pari passo con l’aumento dei dosaggi, ovvero una risposta lineare alla dose. Nel caso di un effetto dose-risposta non lineare (NMDR), tuttavia, la risposta potrebbe sia aumentare sia diminuire man mano che la dose aumenta, dando esito a curve a forma di U o a forma di U rovesciata quando riportate su grafico.

“Nella sua costruzione attuale, il documento è una valutazione imprecisa delle risposte alla dose non monotone (NMDR)” scrive la Società aggiungendo che “senza una revisione sostanziale, l’adozione del parere comporterà l’uso di criteri restrittivi che limiteranno la capacità delle agenzie di regolamentazione di prendere decisioni a tutela della salute”. Secondo la Società, nel caso specifico degli interferenti endocrini “non è possibile fare affidamento su test ad alte dosi per rivelare importanti effetti a basse dosi.”

La chiave per capire questo è rendersi conto che geni diversi vengono attivati ​​o disattivati ​​dalla stessa sostanza chimica a dosi diverse. A volte ad alte dosi la stessa sostanza chimica spegne i geni che erano stati attivati ​​a basse dosi. Con l’approccio sperimentale dell’Efsa si perderanno tutti gli effetti a basse dosi. Tuttavia, nella sua relazione, l’Efsa sembra riluttante a riconoscere l’esistenza della non monotonia. Il rapporto “non riesce a riconoscere che gli NMDR sono ben definiti matematicamente, è stato dimostrato che si verificano e sono ben compresi sulla base della ricerca di base dei sistemi endocrini e della biologia degli ormoni”, ha scritto la Endocrine Society. Questo argomento altamente tecnico è scomodo, persino ultra sensibile per le agenzie di regolamentazione. Questi effetti, che considerano controintuitivi, mettono in discussione i fondamenti della valutazione del rischio chimico così come sono stati praticati sin dai primi giorni della tossicologia normativa.

Ci auguriamo – conclude la lettera degli esperti – che questi commenti aiuteranno l’EFSA a rivalutare la base scientifica delle conclusioni del parere. Ulteriori miglioramenti sarebbero possibili attraverso la collaborazione con altre parti interessate, inclusi scienziati endocrini, per garantire che la bozza finale rifletta accuratamente lo stato della scienza degli NMDR e la loro rilevanza per le valutazioni normative, comprese le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino.

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