Negli ultimi anni sono stati segnalati diversi casi di sigarette elettroniche che esplodevano, causando in alcuni casi lesioni anche gravi agli utilizzatori. Non sempre, però, i corti circuiti dipendono soltanto da difetti di fabbricazione. Per questo, in Francia, la direzione generale per la concorrenza, i consumatori e il controllo delle frodi (Dgccrf), ha pubblicato un comunicato con cui spiega alcuni modi di conservare la sigaretta che possono portare alle esplosioni.
Il problema del contatto delle batterie con monete e chiavi
Come spiega la Dgccrf, nella maggior parte dei casi, l’incidente proviene dalle batterie: un fenomeno di degassamento (Eliminazione dei gas disciolti nei liquidi od occlusi nei solidi, ndr) si verifica quando le monete, ad esempio, entrano in contatto con i due poli della batteria, creando un arco elettrico, con rischio di danneggiamento. Da qui la raccomandazione emessa dalle autorità di non portare queste batterie nella tasca dei vestiti e di evitare il contatto con parti metalliche (chiavi, monete, ecc.) o con liquidi. Tra le altre precauzioni da prendere, la Dgccrf invita gli utenti a riporre le batterie in una custodia protettiva e a non lasciarle sciolte in una scatola o in un cassetto.
I test eseguiti sui modelli più a rischio
Ma, racconta 60 millions de consommateurs che riporta la notizia, “possono verificarsi incidenti anche quando le batterie sono inserite saldamente nell’alloggiamento della sigaretta elettronica. È quello che è successo a Laura, che ci ha scritto il 20 gennaio. Una delle sue batterie vaping è esplosa improvvisamente lo scorso settembre”. Anche per questo, la Direzione francese ha specificato che sono in corso lavori di riflessione sulla sicurezza delle batterie per sigarette elettroniche, in consultazione con associazioni di consumatori e professionisti. Le batterie rimovibili tipo 18650 sono state testate in situazioni in cui potrebbero essere cortocircuitate in una borsa o in una tasca in presenza di elementi metallici. Sono stati inoltre effettuati test su elementi “usurati” da 150 cicli di carica-scarica. “Alcuni test hanno portato a un rigonfiamento, un’apertura con espulsione di elettrolita o addirittura, in alcuni casi, un’esplosione delle batterie. I test di temperatura eccessiva hanno mostrato una particolare sensibilità di questi prodotti ” ha precisato la dgccrf, secondo cui la mancanza di un sistema di sicurezza elettronico potrebbe essere una delle cause della fragilità di queste batterie. I risultati dello studio sono stati presentati alle autorità europee di vigilanza del mercato e alle commissioni di standardizzazione francese e internazionale.