L’Onu riconosce la cannabis come sostanza terapeutica

CANNABIS

Viene già usata in molti stati, Italia inclusa, per la terapia di diverse malattie, eppure a causa del diffuso pregiudizio in ambito medico e istituzionale, la cannabis incontra ancora troppi ostacoli in ambito curativo. Per questo è da considerare come una svolta storica la votazione della Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti che il 1° dicembre ha riconosciuto il valore terapeutico di questa sostanza. 

La decisione dell’Onu

I 53 stati membri della Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti (CND) si sono riuniti per votare una serie di misure proposte dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla riforma internazionale della cannabis. La Commissione deve esprimersi su sei raccomandazioni, che andranno a modificare i trattati internazionali del 1961 sugli stupefacenti e del 1971 sulle sostanze psicotrope. Tra i sei punti trattati è stato discussa e approvata, appunto la declassificazione della sostanza dalla tabella VI (la più restrittiva, tabella nella quale si trovano sostanze come eroina e cocaina) poiché, come indicato dall’OMS, è riconosciuto il valore terapeutico di questa sostanza. L’Unione Europea ha votato compatta, unica eccezione per l’Ungheria.

L’Italia indietro nella produzione

La Campagna Meglio Legale, commenta così: “Da 13 anni, nel nostro Paese è consentito il ricorso alla Cannabis Terapeutica se in possesso di regolare prescrizione medica, ma molto spesso il fabbisogno è superiore alla produzione e all’importazione del farmaco. Un fenomeno che, legato alla poca informazione in merito, rende farraginoso e complesso l’approvvigionamento della terapia da parte dei pazienti che molto spesso sono costretti a misure come l’autoproduzione”. Secondo il report Estimated World Requirements of Narcotic Drugs 2020 dell’International Narcotics Control Board, l’Italia ha un fabbisogno di 1.950 kg all’anno di cannabis medica. A fronte di tale domanda, sulla base di quanto pubblicato sul sito del Ministero della Salute, lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM), nel 2019, ha distribuito alla Farmacie cannabis per soli 157 kg. Lo stato italiano, per rispondere alla domanda interna, ha dovuto acquistare 252 kg di prodotti importati dall’Olanda.

Il caso Walter De Benedetto

Tra i tanti, il caso di Walter De Benedetto –  paziente affetto da una malattia neurodegenerativa invalidante che assume cannabis medica per contrastare questa patologia – è balzato agli occhi della cronaca dopo che il paziente, indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso dato che non riusciva a procurarsi il medicinale nonostante la regolare prescrizione, grazie all’appoggio della campagna Meglio Legale, si è appellato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere che sia rispettato il diritto alla cura.