Ftalati e bisfenoli: il test sulle urine dei bambini svela la contaminazione

Nei giocattoli, negli indumenti, nei detersivi e nei prodotti per la casa: la presenza di ftalati e bisfenoli, sostanze che rendono più morbidi gli oggetti in plastica ma considerati perturbatori endocrini, è una costante della nostra vita quotidiana. Bambini soprattutto. Una ricerca condotta in Svizzera su 109 bambini, effettuata dal laboratorio Tibio Scitech Research di Losanna nel quadro di un progetto di master in Farmacologia e tossicologia dell’Università di Losanna, ha svelato la presenza di bisfenoli nel 47% dei campioni analizzati.

Una parte dei risultati – sugli ftalati le analisi non sono ancora ultimate mentre sulla presenza di pesticidi, compreso il glifosato, i dati verranno pubblicati a fine anno –  sono stati prensentati dalla trasmissione Patti Chiari della tv svizzera Rsi (vedi qui la puntata intera), condotta da Lorenzo Mammone mentre il servizio “Mi scappa la chimica” è stato curato da Chiara Camponovo. In particolare i risultati sui bisfenoli e ftalati di 4 bambini che hanno partecipato al campione fanno davvero riflettere: tre perturbatori sono stati rinvenuti nelle urine di Nora (due ftalati e un bisfenolo); tre in suo fratello gemello Pietro ( uno ftalato e due bisfenoli), fra cui bisfenolo S, considerato sostanza critica, sostituto del bisfenolo A; tre in Amélie (due ftalati e un bisfenolo); sei in Kayla, (4 ftalati e due bisfenoli).

“Abbiamo rilevato delle tracce – spiegano dalla redazione – e le concentrazioni riscontrate non rappresentano dosi tossiche. Però è però importante riflettere in termini di effetto a lungo termine di questa esposizione a perturbatori endocrini”. Non dimentichiamo che alcuni studi mostrano come queste sostanze anche a basse concentrazioni sono in grado di sprigionare i propri effetti sull’organismo. Le analisi sulle urine sono state realizzate analizzando quelle presenti sui pannolini dei 109 bambini coinvolti nello studio.

Nello specifico sui bisfenoli sono stati identificati 7 diversi bisfenoli tra quelli investigati. BPM (25%) e BPC (23%) sono risultati i bisfenoli osservati più di frequente. La concentrazione più alta è stata rilevata per BPM (4.3 μg/g creatinina) e BPP (0.9 μg/g creatinina) mentre quella più bassa per BPF (0.03 μg/g) e BPA (0.02 μg/g). I bisfenoli BPAF, BPB, BPG, BPZ, BPTMC, BPAP, BPBF e BPPH non sono stati osservati nei campioni analizzati.

Per quanto riguarda il BPA, il Bisfenolo A, ricordiamo che il suo impiego su biberon, ciucci e tettarelle è stato vietato nella Ue dal 2011 perché ne è stata accertata la sua azione estrogenica. In gran parte è stato “rimpiazzato” il Bisfenolo S che, secondo gli esperti, presenta medesimi profili di pericolo per lo sviluppo ormonale dei bambini.

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Sugli ftalati invece le analisi sinora condotte si fermano alla metà dei campioni di urina e circa il 40% delle urine dei bambini presenta tracce di ftalati.