In Francia tornano i neonicotinoidi, i pesticidi killer delle api

API PESTICIDI

Che per una parte della politica sia normale voltare la faccia alle promesse fatte in campagna elettorale, è cosa che non stupisce. Ma il dietrofront di Emmanuel Macron in Francia fa davvero discutere. Dopo aver promesso prima del voto che mai sarebbero tornati sui campi transalpini i neonicotinoidi, pesticidi killer delle api, ieri il governo transalpino ha ultimato l’iter per la decisione opposta: riammetterne l’uso, seppure in determinate colture.

Il disegno di legge per autorizzare nuovamente l’uso di questi fitofarmaci “in caso di pericolo per la salute delle barbabietole da zucchero” è stato votato dai deputati dell’Assemblea Nazionale con 313 voti favorevoli, 158 contrari e 56 astensioni.

Il  divieto, una rivendicazione ambientale di lunga data, era scattato nel 2016. Una lotta  condotta all’epoca da Barbara Pompili, allora Segretario di Stato responsabile della Biodiversità, prima di essere completamente contraddetta da … Barbara Pompili, ministro per la Transizione Ecologica di Emmanuel Macron, fa notare il sito del giornale France.info.

Annuncia battaglia Generationa Futures, la Ong ambientalista che da sempre denuncia la pericolosità di questi pesticidi. “Queste esenzioni per un ritorno all’uso dei neonicotinoidi sulla barbabietola costituiscono una battuta d’arresto inaccettabile che mostra che questo governo si piega facilmente sotto il peso delle lobby dei prodotti agrochimici e dell’agricoltura industriale e ha rinunciato a essere il leader della lotta contro gli insetticidi che uccidono le api in Europa! “, afferma François Veillerette, direttore di Generations Futures. “Piuttosto che lottare affinché l’Europa imponga davvero le sue decisioni di vietare i principali neonicotinoidi e di estenderli a tutte le sostanze di questa famiglia, è la biodiversità che viene sacrificata sull’altare dell’agricoltura tranquilla. Non possiamo permettere un ritorno all’uso di questi insetticidi come rivestimento delle sementi perché ciò equivale a trattare a priori le colture di barbabietola, che in agronomia costituisce il grado zero, mentre la Direttiva Europea sulla l’uso di pesticidi raccomanda il “controllo integrato dei parassiti”, il che implica che il trattamento chimico dovrebbe intervenire solo come ultima risorsa e nemmeno prima della comparsa di un parassita! Non mancheremo quindi di utilizzare tutte le possibili vie di ricorso contro questa decisione ingiusta”.

Resta lo sconcerto di una decisione dettata da puri e semplici calcoli economici, secondo i quali vale più un campo di barbabietole che la salute delle api.

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