A contaminare la lattuga romana negli Usa potrebbero essere stati gli allevamenti

Negli ultimi due anni la lattuga romana è diventata un alimento preoccupante negli Stati Uniti. Dal 2018, le epidemie di E coli legate a verdure a foglia verde – principalmente lattuga romana – hanno fatto ammalare 474 americani, portato a 219 ricoveri e lasciato sei morti, secondo i rapporti del Centers for Disease Control and Prevention.

E, sebbene i collegamenti non siano ancora chiari, la colpa sta ora ricadendo sul bestiame e sulle attività lattiero-casearie che si trovano vicino alle aree in cui vengono coltivate verdure a foglia verde. È questa la conclusione di una dettagliata inchiesta di Teresa Carr uscita oggi sul Guardian.

Cerca, cerca… spuntano gli allevamenti

“Ogni volta che si verifica un’epidemia di E coli in qualsiasi prodotto e si fa un’indagine abbastanza lunga, alla fine si incontra una mucca”, ha spiegato alla giornalista Richard Raymond, ex sottosegretario del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti.

Le aree in cui viene coltivata la stragrande maggioranza delle verdure a foglia verde consumate negli Stati Uniti, hanno una caratteristica cruciale in comune: i coltivatori e gli allevatori condividono la terra. Vento, acqua o persino animali selvatici possono trasportare l’E coli dal letame ai campi coltivati.

Il ceppo virulento E coli O157: H7 protagonista dei focolai mortali si trova naturalmente nel tratto digerente di molti animali da allevamento ed è quasi onnipresente negli allevamenti di bestiame. Quando il batterio infetta l’uomo, può causare diarrea, febbre, crampi addominali, nausea, vomito e, in alcuni casi, complicazioni come la sindrome emolitica uremica, una forma di insufficienza renale.

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Misure troppo blande

Non è ovviamente d’accordo nell’attribuire le colpe agli animali Billy Gatlin, vicepresidente esecutivo della California Cattlemen’s Association (la lobby degli allevatori), che sostiene che il caso contro le mucche è in gran parte circostanziale: “L’E coli O157 esiste nell’ambiente in assenza di bestiame”. Solo perché un animale nelle vicinanze risulta positivo ai batteri non significa che abbia causato l’epidemia, dice al Guardian. “Forse sia l’animale che il prodotto sono stati contaminati da una terza parte.” Solleva la possibilità che i maiali selvatici, noti portatori di E coli, possano aver contaminato sia i pascoli che i campi in crescita.

Senza prove concrete, un rapporto della FDA sull’epidemia del 2019 consiglia ai coltivatori di raddoppiare le misure di salvaguardia esistenti, ad esempio i campi circostanti con fossati o argini e aumentando la distanza dalle operazioni sugli animali. Misure non sufficienti a giudizio di molti esperti che puntano il dito sulle resistenze dell’amministrazione Trump a varare regolamenti per migliorare la sicurezza dell’acqua utilizzata per irrigare i raccolti. La pressione degli agricoltori ha fatto sì di non fissare misure obbligatorie.