“Gli olivicoltori italiani hanno il diritto di conoscere i parametri con i quali Agea ha giudicato ‘congrua’ l’offerta di olio extravergine d’oliva a 2.28 euro al litro destinato agli indigenti”.
Non si placa la rabbia dei produttori dopo l’esito del bando dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. A fare scalpore, come aveva scritto il presidente di Konsumer Italia, Fabrizio Premuti dalle nostre colonne, la decisione di “Mettere a gara l’acquisto di extravergine a meno di 3 euro, semplicemente la condanna per la filiera italiana di restare con i depositi pieni, per i consumatori, che siano indigenti o meno, essere costretti a consumare un olio la cui provenienza è estremamente dubbia”.
A considerare l’esito dell’assegnazione assurda sono anche i produttori dell’associazione Restart, nata dall’esperienza dei gilet arancioni dell’agricoltura del 2019, che per bocca del suo portavoce Onofrio Spagnoletti Zeuli, propongono: “Siamo pronti dalla Puglia, in collaborazione con le associazioni del terzo settore, attraverso il nostro sistema di Op, frantoi, cooperative e i nostri laboratori, ad analizzare a nostre spese questo prodotto acquistato dallo Stato per essere certi si tratti di un olio extravergine d’oliva reale e di qualità”.
A fine luglio la stessa associazione, nata dall’esperienza dei gilet arancioni dell’agricoltura del 2019, definì l’asta al ribasso da 8 milioni di euro messa in campo da Agea per l’acquisto di olio di origine comunitaria un vero e proprio “blitz estivo contro gli olivicoltori italiani”.
“Tralasciando per un attimo il fatto che, vista la scelta di luglio di Agea e del governo, le Dop italiane dell’olio, a differenza di quelle del formaggio, non meritano di essere valorizzate, chiediamo un atto di trasparenza con la pubblicazione dei dettagli dell’offerta risultata vincitrice e dei parametri con cui la stessa Agea ha ritenuto congrua l’offerta di 2.28 euro al litro – ha sottolineato Spagnoletti Zeuli -. Chiediamo con forza alle associazioni del terzo settore che riceveranno questo prodotto di inviarci a nostre spese campioni di questo olio per analizzarlo e, insieme, assicurarci che agli indigenti venga donato un olio se non italiano, almeno di qualità”.