L’obesità aumenta il rischio di Alzheimer

L’obesità non è solo una minaccia perché favorisce le malattie cardiovascolari e il diabete. È associata anche a una riduzione del flusso sanguigno al cervello che porta a un aumento del rischio di malattia di Alzheimer.

È quanto ha concluso uno studio condotto attraverso le scansioni cerebrali di 17.721 uomini e donne, con età media 41 anni, da ricercatori statunitensi e pubblicato sul Journal of alzheimer disease il 4 agosto.

Gli studiosi hanno monitorato il flusso sanguigno in 128 regioni del cervello, classificando i partecipanti in categorie di peso: sottopeso (un indice di massa corporea inferiore a 18), normale (da 18,5 a 24,9) sovrappeso (da 24,9 a 29,9), obeso (BMI maggiore di 30) e patologicamente obeso (BMI di 40 o superiore).

Hanno scoperto che più alto è l’indice di massa corporea, minore è il flusso sanguigno in cinque regioni del cervello che sono particolarmente vulnerabili nella malattia di Alzheimer: i lobi temporali, i lobi parietali, l’ippocampo, il cingolato posteriore e il precuno. E questa anomalia era presente anche nei membri più giovani del gruppo.

L’Indice di Massa Corporea si calcola: dividendo il peso, espresso in kg per il quadrato dell’altezza, espressa in metri. La classificazione dell’indice di obesità, in base ai risultati ottenuti, è la seguente:

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  • Grave magrezza (< 16,00)
  • Sottopeso (16,00-18,49)
  • Normopeso (18,50-24,99)
  • Sovrappeso (25,00-29,99)
  • Obeso classe 1 (30,00-34,99)
  • Obeso classe 2 (35,00-39,99)
  • Obeso classe 3 (≥ 40,00)