Un quinto della soia e della carne bovina importate in Unione europea dal Brasile è legato alla deforestazione. A dirlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science, secondo cui il 18-22% di soia e il 17% di carne bovina che arriva dall’altra sponda dell’Atlantico ha drammatiche conseguenze sull’ambiente. Come riporta FoodNavigator, il Brasile fornisce tra il 25% e il 40% delle importazioni di carne bovina nell’Ue, costituendo il secondo mercato più grande del paese per i prodotti agricoli dietro la Cina.
Lo studio
Lo studio, The Rotten Apples of the Brazil’s Agribusiness, ha rilevato che il 10-14% (tra i 400 e i 600mila capi di bestiame) proviene “direttamente da proprietà con deforestazione potenzialmente illegale”. Inoltre, il 38-58% di tutti i capi macellate può avere a che fare con “deforestazione potenzialmente illegale” da fornitori indiretti poiché il bestiame passa da una proprietà all’altra prima di essere macellato. I ricercatori riportano che il 2% delle proprietà in Amazzonia e Cerrado (altra zona di forte produzione) sono attualmente responsabili del 62% di tutta la deforestazione potenzialmente illegale. Queste proprietà sono in alcune delle aree più strettamente associate alla produzione di soia e carne bovina per l’esportazione. Lo studio scrive: “Questa piccola ma molto distruttiva parte del settore costituisce una minaccia per le prospettive economiche dell’agroindustria brasiliana, oltre a causare conseguenze ambientali regionali e globali”. E ancora: “Tutti i partner economici del Brasile dovrebbero condividere la colpa della promozione indiretta della deforestazione e delle emissioni di gas a effetto serra, evitando il blocco delle importazioni e il consumo di prodotti agricoli contaminati dalla deforestazione, illegali o meno.”
Deforestazione e cambiamenti climatici
FoodNavigator scrive: “Il rilascio di carbonio quando le foreste vengono ripulite o bruciate contribuisce alle emissioni globali di gas serra (GHG). Secondo i dati del Rainforest Trust, la deforestazione tropicale rappresenta ogni anno fino al 15% delle emissioni nette globali di carbonio”. Inoltre, le foreste fungono da pozzi di assorbimento del carbonio, supportano aria e acqua pulite e forniscono precipitazioni per sostenere la produzione agricola. I livelli accelerati di deforestazione mettono a rischio questo equilibrio. I tassi di deforestazione sono aumentati pericolosamente negli ultimi tre anni. Soprattutto negli ultimi 12 mesi, durante i quali il tasso di deforestazione in Amazzonia è aumentato di oltre il 40%.
Traballa il Mercosur
Proprio le politiche sempre più lasche del Brasile stanno creando problemi riguardo l’accordo tra Ue e Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay). La ratifica dell’accordo di 19 miliardi di dollari potrebbe essere in bilico a causa del rifiuto del Brasile di affrontare la deforestazione. La Commissione europea ha scritto in una nota: “Nulla nell’accordo modifica il modo in cui l’Ue adotta e applica le sue norme in materia di sicurezza alimentare, sia per i prodotti fabbricati o importati sul mercato interno”, “Attraverso questo accordo, l’UE e il Mercosur si impegnano anche ad attuare efficacemente l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Il testo dell’accordo raggiunto … include un riferimento esplicito all’accordo di Parigi e le due parti si impegnano a combattere i cambiamenti climatici e ad impegnarsi per la transizione verso un’economia sostenibile a basse emissioni di carbonio. Ciò include tra l’altro l’impegno a combattere la deforestazione”. Sotto la forte pressione di lobbisti e società civile europea, la Commissione ha insistito sul fatto che tutte le importazioni del Mercosur devono soddisfare il “100% dei requisiti dell’UE”. A fine giugno Macron ha dichiarato che la Francia non stipulerà “alcun accordo commerciale con paesi che non rispettano l’accordo di Parigi”, mentre il parlamento olandese, l’Austria, il Belgio, l’Irlanda e il Lussemburgo hanno espresso opposizione all’accordo sulla base del fatto che porterà “concorrenza sleale” agli agricoltori europei e accelererà la deforestazione in Amazzonia.
La società civile presenta una denuncia per lo stop
Client Earth, International Federation of Human Rights (FIDH) e altre Ong, tra cui diverse appartenenti alla coalizione italiana Stop Ttip-Ceta hanno presentato una denuncia formale alla Commissione europea chiedendo la sospensione del trattato: “La Commissione europea ha ignorato il suo obbligo legale di garantire che l’accordo commerciale con il gruppo Mercosur dei paesi sudamericani non porterà a degrado sociale, economico, ambientale e violazioni dei diritti umani”.
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