Sono diventate il trend del momento. Pratiche, facili da utilizzare, anche belle da vedersi, sono le borracce in acciaio o in alluminio. Mentre solo qualche anno fa erano esclusivo appannaggio degli sportivi – era consueto vedere ciclisti o climber con la borraccia attaccata alla cinta con un moschettone – oggi la usano praticamente tutti, e in qualsiasi ambito del quotidiano.
Amica dell’ambiente, la borraccia è diventata una vera e propria tendenza, soprattutto negli ultimi mesi. D’altronde l’emergenza ecologica a cui vuole rispondere è cosa seria: secondo una ricerca delle Nazioni Unite, se continueremo a utilizzare le bottiglie di plastica al ritmo odierno, entro il 2050 nei nostri mari avremo più rifiuti plastici che pesci. Una catastrofe cui ognuno di noi sta cercando una soluzione pratica per ridurre la plastica usa e getta. Un successo che deve aver dato molto fastidio agli industriali delle minerali se è vero che si sono mossi per commissionare una ricerca all’Università La Sapienza sul rilascio di metalli e componenti organici di questi contenitori. Con risultati, però, che non hanno dato i risultati che speravano, visto che tutte le borracce sono risultate conformi alla legge.
Resta invece una domanda: sappiamo come usare le immancabili borracce che ci accompagnano quotidianamente per non contaminarle?
Borracce sicure dal punto di vista igienico?
Il Salvagente, assieme ai laboratori del Gruppo Maurizi, ha effettuato uno studio su comuni borracce utilizzate da 20 persone per la durata di 7 giorni. Il tutto è stato suddiviso in tre categorie di casi studio:
1 I distratti
10 persone test hanno tenuto una borraccia lavata al giorno 0 dello studio ed utilizzata per 7 giorni rabboccando l’acqua quando terminata. La borraccia per i sette giorni non è stata mai lavata con sapone. Sono state effettuate prove microbiologiche sia sull’acqua contenuta nella borraccia che sulla superficie della borraccia stessa mediante campionamento con tamponi.
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2 I pignoli
10 persone test hanno tenuto una borraccia lavata al giorno 0 dello studio ed utilizzata per 7 giorni rabboccando l’acqua quando terminata. La borraccia è stata lavata con sapone ogni giorno a fine giornata per i sette giorni di utilizzo. Sono state effettuate prove microbiologiche sia sull’acqua contenuta nella borraccia che sulla superficie della borraccia stessa mediante campionamento con tamponi.
3 La borraccia dimenticata
3 borracce sono state lavate al giorno 0, rabboccate con acqua e lasciate inutilizzate per 7 giorni, a borraccia chiusa. Allo scadere dei sette giorni è stata effettuata un’analisi microbiologica sull’acqua contenuta nella borraccia e sulla superficie dell’acqua stessa.
Lo studio ha valutato quindi la potenziale contaminazione microbiologica e la possibile esposizione ad agenti contaminanti delle borracce di alluminio. Lo studio è stato effettuato conservando le borracce a temperatura ambiente.
I risultati
Per tutte le tipologie di caso studio sono stati previsti controlli iniziali, dopo due giorni, 4 giorni e 7 giorni. Preventivamente è stata effettuata un’analisi microbiologica sull’acqua utilizzata per lo studio, erogata sempre dallo stesso rubinetto conformemente ai parametri del DLgs 31/2001. Nel caso 2 l’analisi è stata effettuata alla fine di ogni giornata prima del lavaggio serale per capire la contaminazione microbica nel tempo di utilizzo nonostante il lavaggio sistematico ogni 24 h.
Il terzo caso prende in esame invece una possibilità che avviene quando non si utilizza la borraccia per qualche giorno.
Tutti i campioni sono stati analizzati anche al T0 (il tempo 0, subito dopo il lavaggio e riempimento) per controllare l’eventuale presenza di contaminazione presente dal principio. La presenza di microrganismi già a questo stadio avrebbe impedito il proseguire dello studio. Le analisi microbiologiche confortano i molti amanti delle borracce: in tutti i casi i laboratori hanno misurato l’assenza di microrganismi patogeni in tutti i tempi di analisi e a tutte le condizioni alle quali l’acqua e i tamponi di superficie sono stati sottoposti. Anche la carica batterica totale è risultata molto contenuta.
Il punto di vista del laboratorio
I risultati integrali dell’inchiesta li trovate nel numero in edicola di luglio del Salvagente. Alla dottoressa Daniela Maurizi, amministratore delegato del Gruppo Maurizi abbiamo chiesto di riassumerci i risultati. In questo video ci racconta cosa ha trovato.