Oltre 2 miliardi di euro. Un mercato di tutto rispetto quello dei cibi per gatti acquistati da oltre 7 milioni di italiani che però ha pochissime regole e non tutte obbligatorie. Non solo non può contare sui limiti previsti per la salute umana rappresentati da alcune sostanze pericolose come i pesticidi, ma non riesce a darsi neppure dei semplici valori guida, per quanto non obbligatori, come accade per l’acrilammide nei cibi per bipedi.
È quanto vi raccontiamo nell’inchiesta di copertina firmata da Valentina Corvino per il numero in edicola del Salvagente. Un’inchiesta basata su decine di analisi di laboratorio che abbiamo condotto su 15 marchi di croccantini per gatti, i più venduti in Italia e scelti tra i nomi illustri del settore e quelli proposti col marchio di supermercati o discount.
Regole assenti sui croccantini ma rischi chiari per i gatti
Un vuoto di regole inspiegabile se si considera che tanto alcuni pesticidi che abbiamo trovato, come il piperonyl butoxide che finisce nei croccantini a causa di trattamenti dei cereali o delle verdure utilizzate, quanto l’acrilammide, un contaminante di processo che si sviluppa dalla cottura ad alte temperature nei cibi contenenti amidi, sono potenzialmente cancerogeni.
L’acrilammide, in particolare, dopo anni di denunce e di evidenze sulla potenziale pericolosità ha visto intervenire l’Unione europea per fissare valori che non dovrebbero essere superati per diversi alimenti. Facciamo degli esempi: per il pane e i biscotti, cibi di uso quotidiano, non si dovrebbero superare i 300-350 ug/kg. E stiamo parlando di valori che se superati sono considerati pericolosi per un adulto di 70 chili. Per un bambino in età pediatrica, invece, il valore guida scende sotto i 50 ug/kg.
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L’acrilammide nei croccantini? Non ha limiti
Nemmeno una parola, anche a cercare tra le pieghe della legislazione italiana ed europea è destinata agli animali da compagnia, come li chiamano i legislatori. E allora è difficile rispondere a una domanda come quella che ci si fa leggendo il nostro test: i 250 ug/kg di acrilammide, il valore più alto delle anali, trovati dai nostri laboratori nell’N&D Ocean merluzzo, farro, avena e arance, sono tanti, sono pochi, possono rappresentare un rischio?
Partiamo dal presupposto che il peso medio di un gatto adulto è di circa 4 chili, ossia 17,5 volte meno di quello di un bipede adulto su cui sono calcolati i valori guida. Dato che i rischi delle sostanze vanno sempre calcolati in relazione al peso dell’organismo, i contenuti trovati nel prodotto della Farmina sembrano alti. Ma non c’è modo di averne certezza dalle norme, dato che sembrano ignorare incomprensibilmente gli animali, nonostante la probabile cancerogenicità di questa sostanza nell’uomo sia diventata un’emergenza oramai da anni. E a logica non sembrerebbe risparmiare gli organismi animali.
Farmina: “Siamo sotto i limiti (quando ci sono)”
Come facciamo sempre quando i nostri test rilevano una criticità, anche nel caso dei croccantini per gatti, abbiamo girato le analisi ai produttori interessati. E Francesco Galdi, marketing di Farmina che produce le crocchette N&D, ha voluto rispondere. “Il nostro dipartimento RD&QC ha appurato che i valori riportati nel nostro prodotto sono tutti ampiamente al di sotto dei limiti stabiliti dalle normative di riferimento (laddove esistenti)”. E ha aggiunto “La formazione di acrilammide è possibile anche nei processi di trasformazione dei prodotti pet food contenenti amido (es. cereali)”.
In sostanza ribadendo, giustamente, che l’azienda rispetta i limiti di legge, quando ci sono. A far paura, però, è proprio il fatto che per troppe sostanze questi limiti non siano previsti. I nostri gatti non avrebbero tutti i diritti alla sicurezza alimentare?