Il test promuove il “latte” di avena: pulito e più sostenibile

Buoni, poco inquinati e a basso impatto ambientale. Molto positivi i risultati del test effettuato da Konsument, il mensile dei consumatori austriaci, in collaborazione con i colleghi tedeschi della Stiftung Warentest sui “latti” di avena (tecnicamente dovremmo chiamarli bevande all’avena).
Otto degli undici prodotti del test hanno ottenuto un punteggio “buono”, e i peggiori un giudizio medio, ossia sopra la sufficienza.
Tra i prodotti analizzati in vendita anche in Italia Alnatura, Alpro, Demeter, Milbona (il marchio di Lidl).

In laboratorio

Tutti i prodotti sono risultati, nelle analisi microbiologiche in buono stato e il livello di inquinamento era limitato; un prodotto (Joya) aveva un contenuto di nichel più alto della media, ma questo è stato l’unico particolare annotato dal laboratorio chimico.

“Non zuccherato” e tuttavia con zucchero

Per alcuni prodotti, sulla confezione compaiono dichiarazioni come “senza zucchero” o “senza zuccheri aggiunti”. Tali dichiarazioni sono confuse perché danno l’impressione che la dolcezza sia stata aggiunta artificialmente. Ma non è così. La dolcezza dipende dalla produzione. Gli enzimi aggiunti scompongono l’amido dal grano in zucchero. In media, il contenuto di zucchero dei prodotti è di circa 4,5 grammi per 100 millilitri. Ciò significa che ci sono più di 11 zollette di zucchero in un litro.

Più rispettoso dell’ambiente

L’avena è anche significativamente più rispettosa dell’ambiente rispetto al riso o alle mandorle perché crescono alle nostre latitudini e usano molta meno acqua per crescere.

I due giornali hanno esaminato la sostenibilità del latte e delle alternative (riso, soia, avena, mandorla) e confrontato gli indicatori ecologici della produzione.

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Il risultato è che le bevande all’avena hanno un impatto ambientale significativamente migliore rispetto al latte di mucca. Solo in termini di gas serra un litro di avena produce 0,6 Kg di anidride carbonica mentre il latte vaccino 2,2. E il confronto pende certamente a favore del cereale anche sul consumo di acqua (3,4 litri contro i 248 del latte di mucca) e del consumo di terra (0,4 metri quadrati contro i 2,2 del latte vaccino).