Automobili, il business della sanificazione anti-coronavirus

L’emergenza coronavirus può anche essere l’occasione per gonfiare i costi di un’attività di manutenzione senza giustificati motivi? È il dubbio che sorge spontaneo verificando quando raccontato al Salvagente da Loredana Goglia, una lettrice che ci scrive: “Se possibile volevo sapere se è legale far pagare euro 25 di sanificazione prima del cambio gomme. Mi è successo alla concessionaria Opel di Alba (Cn)”. La segnalazione ci sembra effettivamente strana per cui telefoniamo alla concessionaria, dove un tecnico ci spiega: “L’operazione di sanificazione non è obbligatoria. Il cliente può scegliere se farla, accelerando i tempi di lavorazione, al costo di 20 euro più Iva (24,40 euro), oppure no. In quest’ultimo caso, prima del nostro intervento l’auto deve aspettare 3 ore, per evitare rischi di contagio all’interno dell’abitacolo, e altre 3 ore dopo l’intervento, per sicurezza del cliente, per lo stesso motivo”.

La bomboletta automatica

Dunque, alla base della sanificazione ci sarebbe una misura di sicurezza per scongiurare possibili contagi da Covid-19. Ma come avviene la sanificazione del veicolo? “Si mette dentro una bomboletta di igienizzante sia quando si mette dentro la macchina, si quando si mette fuori. Si sanifica tutto l’abitacolo, compreso il volante, tutto quello che tocchiamo sia noi che il cliente”. La bomboletta viene lasciata dentro l’abitacolo, “fa una nuvola spray igienizzante”, e dopo dieci minuti i manutentori entrano a lavorare. Per quanto riguarda la composizione dei detergenti usati, il tecnico ci spiega: “Sono sostanze studiate apposta per le auto. Quello che si va a spruzzare sulle basi che si toccano è detergente a base 70% alcol, nella bomboletta c’è una marea di agenti chimici”, e ci invita a controllare sul sito dell’azienda la scheda tecnica.

Cosa c’è nel prodotto usato?

Il prodotto è il “589 air sanitier” della Tunap. Viene presentato così: “Elimina in modo rapido ed efficace gli odori sgradevoli all‘interno dell‘abitacolo; Grazie ad una nebulizzazione micro-fine, la sostanza ha un‘efficace azione su tutte le superfici dell‘abitacolo; Non lascia residui; Non contiene profumi nocivi; Innovativo propellente con agenti ecologici, non contiene il gas R134a; Anallergenico” e viene accompagnato da alcune indicazioni: “Il principio attivo contiene oltre 70% di etanolo analogo alla raccomandazione del Ministero della Salute”. Dunque, pur se venduto come spray anti-odori sgradevoli, avendo una quantità di etanolo superiore al 70% dovrebbe essere efficace per sanificare l’abitacolo. Rimangono però diversi dubbi sulla scelta della concessionaria Opel di far pagare questo servizio aggiuntivo.

I tanti dubbi sulla sanificazione venduta

Mettiamoli in fila: È davvero necessaria una sanificazione approfondita dell’abitacolo per un cambi gomme? Se davvero la misura è resa necessaria per la sicurezza dei lavoratori e del cliente, non dovrebbe rientrare tra i costi a carico dell’azienda per garantire l’apertura dell’attività, così come tocca a tutti gli altri esercizi commerciali che si stanno adeguando alle misure di sicurezza? Questa domanda venisse meno se la tecnica del lasciare l’auto a riposare tre ore fosse sufficiente.

Le poche certezze scientifiche

Ma il punto è che non vi è nessuna certezza scientifica ancora su quando possa ristagnare in un ambiente chiuso e ristretto il nuovo coronavirus. Un primo studio americano, pubblicato dai laboratori di virologia del National Institute of Allergy and Infectious Diseases a metà marzo, sostiene che per dimezzare la carica virale di goccioline poggiate su una superficie di plastica ci vogliono ben 7 ore, ben 72 per l’azzeramento completo. Lo studio è in fase di verifica, ma lo stesso ministero della Salute italiano parla di “alcune ore” di resistenza del virus sulle superfici. Lo stesso studio americano sostiene che in un ambiente chiuso e non areato (come appunto l’abitacolo di un’auto), il covid-19 possa sopravvivere in aerosol (in sospensione in atmosfera), anche 3 ore (dimezzandosi nel giro di un’ora). Probabilmente è a questa parte dello studio che i tecnici della concessionaria Opel fanno affidamento per ritenere che un’auto dopo 180 minuti sia sicura, ma stiamo pur sempre parlando di un primo studio su un virus riguardo al quale di sicuro si sa ancora troppo poco. Dunque, se le cose stanno così, perché far pagare al cliente un’operazione di sanificazione che l’officina dovrebbe garantire a spese proprie di default, anche per rispetto della sicurezza dei lavoratori?

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Il business della sanificazione anche in Francia

Forse perché quello della sanificazione è un business tra i tanti che sono venuti fuori con l’emergenza, come dimostra una notizia che arriva dalla Francia. Il gruppo Dugardin, che rappresenta le marche Ford, Hyundai, Volvo, Maserati, Land Rover e Jaguar oltre alle minivetture Chatenet, Microcar e Ligier nelle proprie concessionarie offre il pacchetto Zen Pack, che comprende il ritiro e la riconsegna a casa dell’auto e un accurato trattamento anti-virus, il tutto per una spesa di 39 euro.