I rischi e i dubbi sull’efficacia del trattamento con l’ozono

Sarà l’eccezionalità del momento o la pubblicità martellante, fatto sta che i trattamenti con l’ozono per “sanificare” gli ambienti o le proposte d’acquisto dei “compressori” per una ozonizzazione fai-da-te spuntano come funghi. E la domanda, come direbbe il nostro amico Antonio Lubrano, sorge spontanea: l’ozono è efficace per eliminare il Covid-19 specialmente negli ambienti chiusi?

Il ministero dell’Interno: “Non ci sono evidenze della sua efficacia”

Una prima significativa risposta arriva dalla direzione centrale di Sanità del ministero dell’Interno che in una nota del 7 aprile ribadisce “l’assenza di evidenze nella letteratura scientifica sull’efficacia dell’ozono quale presidio per la prevenzione della trasmissione dell’infezione da Sars-CoV-2. Di conseguenza i dispositivi di disinfezione mediante ozono, al momento non sono da ritenersi efficaci ai fini della sanificazione dei veicoli (evidentemente il riferimento è a quelli della Pubblica sicurezza, ndr) nella contingente emergenza Covid-19″.

Nella nota poi la Direzione ribadisce quali sono “i disinfettanti capaci di inattivare il virus, ovvero “l’etanolo (alcol etilico) al 70%, il perossido di idrogeno (acqua ossigenata) al 0,5% e l’ipoclorito di sodio (candeggina, varechina) allo 0,1%“.

Benedetti, Anid: “L’ozono non è autorizzato nell’uso civile”

Oltre che sull’efficacia, molti lettori ci hanno chiesto se i trattamenti con l’ozono sono anche rischiosi per la salute. Abbiamo girato questi dubbi a Marco Benedetti, presidente dell’Anid, l’Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione, che abbiamo sentito in precedenza su quali trattamenti di sanificazione si possono fare e quali sono le aziende autorizzate a farli: “L’ozono non è ancora autorizzato in cambito civile in quanto non è ancora classificato nè come biocida nè come presidio medico-chirurgico. L’iter è in fase di approvazione. Altra questione quella delle ‘macchinette‘, i compressori, che vengono venduti come la risoluzione contro il Covid-19: al massimo possono pulire l’aria, eliminare i cattivi odori, ma non sanificano gli ambienti. La sanificazione ricordo può essere fatta solo da aziende regolarmente iscritte all’elenco speciale presso la Camera di commerciale competente che attesta il rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge 82/94, attuata con il Dm 274/97“.

I compressori in vendita anche a poche centinaia di euro sul web, sono macchine non professionali non in grado di emettere l’ozono in concetrazioni tali da eliminare batteri e virus ma a quel punto nocivo per l’uomo. “Alle concentrazioni in cui è usato l’ozono per usi industriali – prosegue il nostro interlocutore – è tossico per l’uomo e per questo va maneggiato con estrema cura e solo da personale qualificato”.  Rircordiamo che in ambito industriale l’ozono è usato per sanificare le acque, per contrastare la legionella e in ambito alimentare viene usato per combattere le muffe negli alimenti stagionati. “Aggiungo – conclude Benedetti – che l‘ozono non può essere usato in presenza di persone proprio per la sua pericolorità”.

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Radivo: “Per gli spazi chiusi acqua ossigenata è idonea”

Davide Radivo, esperto di sanificazione, ci spiega: “Abbiamo scelto di utilizzare il perossido di idrogeno (acqua ossigenata, ndr) per i nostri interventi di sanificazione perché ci consente di intervenire e ripristinare in modo rapido, sicuro e funzionale l’adeguata sicurezza sanitaria degli spazi chiusi“. E aggiunge: “Per quanto riguarda l’impiego dell’ozono, invece, tutti sanno che si tratta di un gas. Pertanto, per sua intrinseca natura, si può correre il rischio di perderne il controllo e va, inoltre, sempre gestito con estrema cautela e accortezza esclusivamente da esperti e tecnici del settore“.