La guida inglese: “Aumentare i termini minimi di conservazione per ridurre lo spreco di cibo”

Una nuova guida indica alle aziende alimentari dei consigli per migliorare i termini minimi di conservazione in etichetta e aumentare la redistribuzione e la beneficenza, riducendo lo spreco alimentare. Come riporta FoodNavigator, Wrap, organizzazione no profit inglese, che fa campagne per un’economia circolare, stima che circa 200.000 tonnellate di alimenti idonei alla ridistribuzione diventano ogni anno alimenti per animali o per il trattamento dei rifiuti.
La nuova guida sottolinea come il cibo che ha superato la data di scadenza possa rimanere sicuro e perfettamente buono da mangiare per giorni, settimane, mesi o addirittura anni dopo la data. Un portavoce del Wrap dichiara a FoodNavigator. “Stiamo incoraggiando il settore a controllare gli alimenti che hanno in magazzino e non buttarli se il cibo ha superato la data di scadenza, e considerarlo per la distribuzione “.

Commestibili anche dopo mesi

Wrap spiega che se conservato correttamente, il cibo può essere consumato giorni (come il pane), settimane (mele e patatine), mesi (biscotti e cereali) o addirittura anni (pasta secca e cibo in scatola) dopo la data di scadenza. Il messaggio è rivolto anche ai consumatori. Si stima che in casa si producano circa 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari a causa della scadenza. E un terzo di questi casi viene buttato solo perché l’etichetta indica una data entro è “preferibile consumare” il prodotto.

E in Italia?

In Italia la pratica auspicata da Wrap è già permessa. Grazie alla legge antispreco del 2016, i prodotti che invece di riportare una data di scadenza (consumarsi entro) riportano il termine minimo di conservazione (Da consumarsi preferibilmente entro) possono essere donati, anche dopo la fine della shelf life (periodo el quale è necessario mantenere intatta la qualità totale del prodotto).