Sos specie aliene: in Italia un pesce d’acqua dolce su 2 e un mammifero su 8 fuori habitat

L’equilibrio dell’ecosistema è una questione di estrema delicatezza, basta introdurre una specie non adatta all’habitat che si rischia di fare molti danni alla catena alimentare degli essere viventi in quell’area. Per questo sono tutt’altro che rassicuranti le notizie sull’Italia che arrivano dalle riviste scientifiche Hystrix e Italian Journal of Freshwater Ichthyology, che hanno pubblicato la lista dei dei pesci d’acqua dolce e dei mammiferi italiani “alieni” rispetto al nostro territorio:  una specie di mammiferi su 8 tra le 123 presenti e una su due tra i pesci d’acqua dolce (127 specie) sono fuori habitat.

Le specie in elenco

Tra le specie aliene presenti in Italia, che spesso si trovano libere per fuga o volontario rilascio dei proprietari, Ci sono ad esempio, lo scoiattolo grigio americano Sciurus carolinensis, il tamia siberiano Eutamias sibiricus e il procione Procyon lotor, particolarmente pericolosi per la biodiversità nativa e pertanto inseriti nella lista delle specie di rilevanza unionale (ai sensi del Regolamento UE 1143/14). Altri mammiferi sono stati introdotti per la caccia, come il silvilago Sylvilagus floridanus, o il cervo sika Cervus nippon, o perché un tempo sfruttati commercialmente per la loro pelliccia, come il visone americano Neovison vison e la nutria Myocastor copypus. Alcune specie arrivano con le merci importate. Tra i pesci, gran parte delle introduzioni è riconducibile all’attività di pesca sportiva, come nel caso del siluro europeo Silurus glanis; ma anche gli amanti degli acquari fanno danni, come nel caso dei guppy Poecilia reticulata o dei portaspada Xiphophorus helleri, e nel caso delle gambusie Gambusia holbrooki e Gambusia affinis, a scopo di lotta biologica alle zanzare.

Il caso della cimice asiatica

Secondo lo studio, sono numeri che confermano e evidenziano “l’entità del danno al nostro patrimonio di biodiversità e i rischi per la nostra salute e la nostra economia”. Gli studiosi che lanciano l’allarme, sottolineano anche come a causa dell’allarme coronavirus, “si sono arrestate anche le attività di controllo e limitazione della diffusione di queste specie”.   Basti pensare, come sottolinea l’Ansa, che – secondo i calcoli Coldiretti – quest’anno l’invasione della cimice asiatica tra i nostri frutteti, abbia provocato oltre 300 milioni di euro di danni in Nord Italia. Per contrastarla naturalmente, il ministero dell’Ambiente ha dato il via all’introduzione della vespa samurai, dopo attente valutazioni scientifiche.

Quadro desolante

Andrea Monaco, zoologo di Ispra e tra i responsabili del Progetto Life Asap, commenta con l’Ansa: “Che le specie aliene invasive fossero una grande minaccia per il nostro enorme patrimonio di biodiversità, e in particolare per gli ambienti di acqua dolce, era risaputo – commenta Andrea Monaco, zoologo di ISPRA, tra i responsabili del Progetto Life ASAP – ma vedere i dati aggiornati e rendersi conto che la situazione peggiora col tempo è desolante”.