Bollette a 28 giorni: le mail riservate con cui Tim, Fastweb, Vodafone e Wind, si mettevano d’accordo

VODAFONE

Grazie alla maxi-multa comminata dall’Antitrust ai 4 big della telefonia per il cartello seguito alle bollette a 28 giorni, abbiamo la possibilità di vedere “dall’interno” come gli operatori si sono parlati e messi d’accordo alle spalle dei consumatori. 

Il provvedimento dell’Antitrust

Dal testo del provvedimento, 120 pagine disponibili sul sito dell’Agcm, emerge uno spaccato in cui Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb si comportano come rivali che all’occorrenza non hanno remore ad alzare la cornetta e configurare equilibri utili a tutti. Nel caso delle bollette a 28 giorni, prima e dopo che la pessima pratica messa in campo dai quattro fosse stata bloccata dall’Autorità garante per le comunicazioni.

Le mail riservate

Per esempio, secondo quanto scrive l’Antitrust, un “documento interno del 22 settembre 2017 rinvenuto nella sede di Fastweb”, l’azienda si chiede come comportarsi in base alla strategia adottata dagli altri tre operatori: “Sul tema Agcom sta mettendo molta pressione su tutti gli operatori affinché almeno un operatore torni indietro. Non abbiamo quindi certezza che tutti tengano il punto e che ci sia nei prossimi gg un annuncio sul passaggio a mensile da parte di altri che ci brucerebbe e ci metterebbe in una situazione ancora più scomoda di dover comunque tornare indietro ma senza i benefici di essere stato il primo (in particolare WIND-Tre). Fino ad oggi tutti gli operatori (TIM, WIND-Tre, Vodafone) hanno dichiarato di voler tenere il punto”.

La preoccupazione per l’arrivo di Iliad

Per cui Fastweb elenca le possibili azioni da intraprendere: rompere il fronte che punta a ignorare la richiesta di Agcom oppure no? a pesare è anche la paura di Iliad, l’operatore low cost che sarebbe sbarcato da lì a poco in Italia: “Togliamo dal tavolo un tema su cui Iliad avrebbe gioco facile a farsi pubblicità gratuita”.

Le consultazioni

Sempre nello stesso documento, l’amministratore delegato di Fastweb, Alberto Calcagno, spiega le risposte ricevute “in via diretta dai concorrenti”: “Ciao – scrive Calcagno – questo il mio feedback. In sintesi preoccupazioni per tutti ma molto meno disperati di noi sia perchè sono confidenti che il mobile prepagato sia escluso sia perché sui loro sistemi sono più agili di noi”. A seguire, Calcagno elenca in maniera schematica le posizioni di Tim, Wind e Vodafone.

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Il “repricing”

I mesi passano e le compagnie cominciano a consultarsi per capire come comportarsi in caso il ritorno alle bollette mensili sia inevitabile. Nel 2017, dentro Telecom Italia circola questa informazione:“Si è appreso che Vodafone avrebbe intenzione di operare un repricing contestualmente al ripristino della fatturazione a 30 gg; al riguardo, le Funzioni Legale e Regolatorio hanno raccomandato prudenza e di evitare la contestualità della modifica dei prezzi”. Cosa che non avverrà, visto che nella primavera 2018, almeno inizialmente, le compagnie comunicheranno ai clienti tutte un aumento pari all’8,6%, lo stesso importo che avrebbero guadagnato con la 13esima bolletta. In una email, l’ad di Vodafone Italia, Aldo Bisio scrive: “Occorre capire quanto ci troveremo in difficoltà a gestire questa manovra verso una Tim che invece dirà che loro i prezzi non li aumentano. Ci troveremo doppiamente esposti”.  Secondo l’Antitrust non mancano le prove di “scambi di messaggi tra i vertici di Telecom Italia e Vodafone”. Come conferma una email interna del 20 dicembre 2017 dell’allora ad di Telecom Italia, Amos Genish: “Ciao, ho ricevuto questo messaggio da [omissis – nominativo AD Vodafone, quindi presumibilmente Bisio] da Vodafone: Ciao [omissis – nominativo AD TIM, quindi presumibilmente Genish] Hai 5 minuti oggi? È per via dell’interpretazione dell’Agcom di tornare indietro sulle prepagate alla fatturazione mensile”.

“Lavoriamo fianco a fianco”

Solo due giorni dopo, l’Ad di Wind-Tre, Jeffrey Hedberg, secondo il provvedimento dell’Antitrust, scriveva a un suo collaboratore: “Buongiorno e grazie per la leadership su questo tema. Capito; vorrei solo consigliare di lavorare fianco a fianco a Vodafone e Tim così da sfruttare i muscoli di tutti. So che hai parlato con [omissis – AD di Vodafone] e sono contento di parlare con [omissis – AD di Telecom Italia] che è in Brasile”.

La difesa delle compagnie

Si tratta di prove che parlano da sole, e che hanno portato alla condanna a pagare complessivamente 228 milioni di multa, nonostante le compagnie insistano con la posizione secondo cui le scelte fatte erano in totale e reciproca autonomia, e che le consultazioni reciproche erano al massimo tentativi di chiarirsi a vicenda le richieste delle autorità.

I numeri precisi delle linee interessate

Interessanti, nel provvedimento Antitrust, anche i numeri riportati. Per la prima volta i consumatori possono vedere con i propri occhi il numero effettivo, enorme, di linee telefoniche interessate dalle bollette a 28 giorni: 44.008.710 linee mobili, 9.842.304 di linee fisse (quelle interessate dai rimborsi previsti).