Il Tar respinge il ricorso di Facebook e conferma la multa di 5 milioni comminata dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta. Alla base della decisione il riconoscimento che la società proprietaria del popolare social ha occultato il valore dei dati personali fornendo agli utenti informazioni generiche, incomplete e poco trasparenti al momento dell’iscrizione circa l’utilizzo dei dati a fini commerciali.
“È comunque una nostra importante vittoria a tutela degli utenti, anche se dimezzata” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Fin dall’inizio siamo stati i primi a chiedere di accertare se la pratica commerciale adottata da Facebook fosse scorretta ai sensi del Codice del Consumo. Ora il Tar ci dà ragione almeno per quanto riguarda la fase di registrazione dell’utente” prosegue Dona. “La sentenza ribadisce un principio sacrosanto: l’obbligo di dare all’utente, fin dal suo primo accesso, un’informazione chiara e completa, che dia evidente richiamo ad eventuali usi per fini commerciali dei dati forniti in fase di registrazione ” conclude Dona.
Altroconsumo ha commentato la notizia chiedendo che il tribunale ammetta la propria class action, avviata nel 2018 contro Facebook, con cui rivendica degli indennizzi per gli utenti i cui dati personali sono stati impropriamente utilizzati a fine commerciale in quello che è passato alla storia come lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica. A dicembre dello stesso anno, l’Antitrust multava la società .