Pfas, screening a 72mila veneti: nella “zona A” concentrazioni più elevate nel sangue

pfas

Continua ad estendersi il piano di sorveglianza sanitaria tra la popolazione esposta all’inquinamento da Pfas in Veneto. A metà dicembre 2019, erano 72.100 i residenti nell’area rossa invitati dalla Regione a sottoporsi allo screening. Lo rivela l’undicesimo rapporto redatto dalla direzione regionale prevenzione.

Per quanto riguarda gli esiti degli esami bioumorali, emerge che non risultano differenze tra i soggetti di pari età residenti nell’area rossa A e in quella B. Come nei precedenti rilievi, il valore con una maggior percentuale di sforamento è il colesterolo totale (34,31% nei soggetti dai 14 anni in su e 12,76% nei soggetti di età pediatrica).

Gli esperti della Regione hanno valutato 12 diversi tipi di sostanze Pfas su 37.158 persone, rilevando che, con il passare del tempo della chiamata, le concentrazioni si riducono. Valutando gli andamenti per le concentrazioni mediane di Pfoa, Pfos e Pfhxs in base alla durata della residenza nell’area rossa, risalta una netta crescita delle concentrazioni nel siero con l’aumentare del tempo trascorso nell’area identificata. Gli adulti (con più di 14 anni) residenti nell’area rossa A presentano concentrazioni mediane sieriche di Pfoa, Pfos e Pfhxs quasi doppie rispetto a quelli residenti nell’area rossa B. Più contenuta è la differenza nei soggetti pediatrici.
In generale, le concentrazioni sieriche sono maggiori nei maschi rispetto alle femmine. Tale differenza si annulla nell’età pediatrica, il che, secondo gli esperti, avvalora l’ipotesi che il flusso mestruale rappresenti una via di escrezione dei Pfas nelle donne in età fertile.

Le visite di primo livello finora effettuate sono state 42.400 e per 37.200 sono disponibili le analisi e gli esiti completi. Il programma coinvolge i 21 comuni inseriti in area rossa sin dall’inizio della vicenda, più 9 comuni (di cui 7 coinvolti solo parzialmente) inseriti successivamente.  La presa in carico di secondo livello delle persone con i valori bioumorali alterati e presenza di Pfas, con l’attivazione degli ambulatori di medicina interna e di cardiologia, è stata già offerta a 24.000 persone.

 

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