Arriva sugli scaffali dei supermercati un bollino per la carne italiana di qualità. Si chiama “Sigillo italiano” e promette di garantire ai consumatori tracciabilità, salubrità, una produzione nel pieno rispetto delle normative e degli animali allevati. La novità è che il sistema di disciplinari di qualità Dop e Igp viene utilizzato anche per la produzione e la vendita di carne fresca. Il sigillo del Consorzio Sigillo Italiano, marchio riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha poco da debuttato nella grande distribuzione, per ora in tre regioni – Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte – grazie alla collaborazione con i supermercati ‘Il Gigante’.
Com’è fatto il bollino
Il consorzio scrive sulla pagina web dedicata al sigillo: “Non sarà più necessario inforcare occhiali o usare lenti d’ingrandimento per leggere minuscole e incomprensibili etichette: sugli scaffali basterà individuare i prodotti con il marchio Consorzio Sigillo Italiano per andare sul sicuro. Il marchio si riconosce per una grande Q con al centro l’Italia, cerchiata dal tricolore della nostra bandiera”.
I nuovi disciplinari
Il nuovo bollino si appoggia sulla nuova sigla S.Q.N.Z. (Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia), che si aggiunge alle produzioni riconosciute dalla Commissione Europea, D.O.P.(Denominazione d’Origine Protetta) e I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta). L’SQNZ, Sistema Qualità Nazionale Zootecnia, regolato dal Decreto del MIPAAFT del 4 marzo 2011, dopo anni di rodaggio ha finalmente visto nascere i primi “Disciplinari di Qualità”, passati al vaglio della Commissione Europea che, dopo averli analizzati, li ha ufficialmente riconosciuti, consentendo ai produttori di proteggere, comunicare e rendere identificabili le loro produzioni zootecniche. Sono nati così i Disciplinari di Produzione del “Vitellone e della Scottona ai cereali”, del “Fassone di Razza Piemontese”, del “Bovino Podolico al Pascolo”, dell’”Uovo + Qualità ai cereali”. Che sono appunto quelli che potranno godere del Sigillo italiano.
La questione benessere animale
C’è poi il capitolo benessere animale. Scrive il consorzio: “tutti gli allevatori inseriti nel Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia sono disponibili, in un’ottica di piena trasparenza, ad aprire e far visitare i loro allevamenti ai consumatori che desiderano informarsi su come vengono allevati gli animali. Sono disponibili anche a ospitare i visitatori per un giorno, mostrando loro anche il sistema di certificazione del benessere animale, gestito dal C.Re.N.B.A. (Centro Referenza Nazionale Benessere Animale)”.
Il punto debole di questo tipo di meccanismo è che le verifiche sono affidate soprattutto al
regime di autocontrollo, dunque non è difficile immaginare che i veterinari mandati dalla stessa azienda possano essere clementi di fronte a situazioni al limite. Gianluca Felicetti, direttore della Lega Anti-vivisezione non è affatto convinto: “È marketing, non vi è logo o dicitura normata per legge”., “Nel momento in cui c’è il mancato rispetto delle leggi è impensabile che abbiano credito standard volontari”.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente