C’era una volta lo Stevia, l’unico edulcorante totalmente naturale in grado di sostituire lo zucchero e rendere dolci bevande e alimenti dietetici. C’era una volta e rischia di non esserci più. Il futuro del dolcificante potrebbe essere un po’ più amaro del suo esordio. La multinazionale Cargill, infatti, sta per invadere il mondo con la sua versione dello stevia geneticamente modificato. Si chiama EverSweet e ha un impianto dedicato: uno stabilimento da 50 milioni di dollari che ha iniziato a funzionare questa settimana a Blair, nel Nebraska. L’impianto vuole “produrre abbastanza edulcorante per addolcire molti milioni di bottiglie o lattine di bibite o porzioni di yogurt ogni mese”, secondo un portavoce della Cargill.
Cargill sta commercializzando il suo nuovo sostituto della stevia come “non artificiale”, osserva Stacey Malkan di Us right to know, ong che da sempre si occupa di svelare i lati oscuri del mercato Ogm, ma l’azienda dimentica di menzionare l’ingegneria genetica o il lievito geneticamente modificato utilizzato per realizzare il prodotto.
Non solo, Cargill commercializza EverSweet come prodotto “sostenibile”.
Ma, osserva la Malkan, Eversweet è “sostenibile” secondo la multinazionale perché sposta la produzione fuori terra. Mentre il nuovo “impianto di fermentazione” da 50 milioni di dollari, situato nel cuore di una della zone degli Usa ricche di mais OGM Roundup, vuole dipendere da quelle colture irrorate con pesticidi – o da qualche altra fonte di zucchero coltivata sulla terra – per alimentare il lievito.
Nel frattempo tremano gli agricoltori di paesi come il Paraguay che hanno coltivato davvero in modo sostenibile la pianta dello Steviai.
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Denuncia la Stacey: “Per i consumatori negli Stati Uniti sta diventando sempre più difficile evitare i nuovi alimenti geneticamente modificati che si fanno strada silenziosamente nei negozi di alimentari senza un’etichetta chiara”.