Biossido di titanio, l’Ue si pronuncia sul divieto francese: cercherà ancora di proteggere l’additivo?

BIOSSIDO DI TITANIO

Domani in Europa si discuterà del divieto francese al biossido di titanio, il contestato additivo alimentare (e non solo) accusato di essere potenzialmente cancerogeno per l’uomo. Lo scorso aprile, dopo l’ennesimo report dell’Anses che raccomandava di limitare l’esposizione all’E171, il governo francese ha votato per la messa al bando a partire dal 2020. 

Il divieto di immettere sul mercato francese prodotti contenenti il biossido di titanio – perché di questo si tratta – è stato notificato – come prevedono le regole europee – alla Commissione: adesso gli Stati membri sono chiamati ad esprimersi sulla legittimità dello stesso. Il problema è che non tutti i governi hanno la stessa opinione sul discusso additivo: in molti, infatti, danno per buona le conclusioni dell’Efsa secondo cui l’E171 non è un pericolo per la salute mentre la Health and Environment Alliance chiede all’esecutivo europeo di appoggiare la decisione francese e di estenderla a tutti gli stati membri. Spiega: “L’E171 non soddisfa nessuna delle tre condizioni necessarie per autorizzare gli additivi alimentari (sicurezza, esigenze tecnologiche e benefici per i consumatori), l’esperienza francese dimostra che i produttori possono rimuoverlo facilmente dai loro prodotti e che tutti gli europei meritano lo stesso livello elevato di protezione”.

Il biossido di titanio è utilizzato in numerosi prodotti alimentari e cosmetici: questo video prodotto da Safe spiega bene cos’è e a cosa serve l’additivo che non apporta alcun beneficio nutrizionale o funzionale ma è utilizzato per lo più per ragioni estetiche. (continua dopo il video)

L’insieme delle ong europee è particolarmente preoccupata per l’esito della riunione dal momento che un nuovo studio americano – un cui estratto è stati da poco pubblicato su Food & Chemical Toxicology – ha concluso che non ci sono effetti avversi derivanti dall’esposizione al biossido di titanio. Peccato che – come denuncia la Health and Environment Alliance – lo studio in questione ha ricevuto il sostegno finanziario di tre gruppi industriali: la Grocery Manufacturers Association (GMA), la Titanium Dioxide Manufacturers Association (TDMA) e l’International Association of Color Manufacturers (IACM) – che hanno tutti importanti interessi commerciali che hanno a che fare con l’esito della decisione in gioco. “Le nostre organizzazioni sono perplesse da una serie di elementi nello studio, che riteniamo richiedano un esame approfondito da parte della comunità scientifica e delle agenzie di salute e sicurezza” fanno sapere dall’HEA che esorta gli stati membri a “sostenere il divieto francese sull’E171, basato sulla competenza dell’agenzia francese per la sicurezza alimentare e sull’importante numero di studi indipendenti già pubblicati”. Per sostenere il bando francese, l’associazione Safe ha lanciato una petizione: possiamo dare il nostro contributo firmando qui

 

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