La dieta chetogenica? Nonostante la grande diffusione (e i grandi affari che molti fanno sui kit di alimenti pronti) potrebbe danneggiare il fegato ed esporre alla Nafld, una malattia che può portare a cirrosi e cancro al fegato. L’acronimo sta per Non-Alcoholic Fatty Liver Disease e indica la più comune patologia epatica nei paesi occidentali.
A lanciare il pesante monito è la nutrizionista scozzese Laura Wyness, che ha sottolineato come la sostituzione di cereali, frutta e verdura in favore di carne e grassi comporti un rischio tutt’altro che trascurabile.
La dieta chetogenica riduce invece in modo drastico i carboidrati, aumentando proteine e soprattutto grassi. In questo modo l’organismo è costretto a utilizzare i grassi come fonte di energia.
Il processo, chiamato chetosi, perché porta alla formazione di molecole chiamate corpi chetonici, è una condizione tossica per l’organismo, che provvede allo smaltimento dei corpi chetonici attraverso la via renale.
Il suo grande successo è dovuto al fatto che consente di ridurre il peso fino a quattro chili a settimana senza perdere la massa muscolare o quella magra, in quanto l’assunzione di proteine agevola la formazione muscolare e la tonicità
A causa del taglio netto ai carboidrati può causare vertigini, debolezza, ipoglicemia e disturbi gastro-intestinali, soprattutto nelle prime due settimane dall’inizio della dieta, quando ancora l’organismo non si è abituato al cambiamento.
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L’assoluta mancanza di carboidrati e un elevato apporto di grassi e proteine venivano (in alcuni casi lo è ancora) utilizzati per curare le crisi epilettiche dei bambini e degli adulti. Nel digiuno assoluto le crisi epilettiche scompaiono: quando non si mangia, nel sangue scende il glucosio e aumentano i chetoni (acido acetoacetato e beta-idrossibutirrico). In questo modo diminuiscono le possibilità che nel paziente si scateni uno choc epilettico. E le diete iperproteiche non fanno altro che simulare il digiuno, motivo per cui si dimagrisce.