Proteine, ferro e zinco, nutrienti essenziali per la salute dell’organismo, nei prossimi 30 anni saranno presenti sempre in quantità minori nella frutta e nella verdura che mangiamo. E la ‘colpa’ è dei cambiamenti climatici, che riducono i micronutrienti presenti nei cibi. A puntare l’attenzione su una meno nota conseguenza dell’aumento dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera, è uno studio pubblicato su Lancet Planetary Health.
La scorsa settimana, è stato reso noto uno studio condotto per oltre 2 anni tra Usa, Australia e Giappone che ha dimostrato la perdita di vitamine nel riso. Anche in questo caso erano finiti sotto accusa i cambiamenti climatici e un ambiente ricco di carbonio.
Il nuovo studio, realizzato da ricercatori dell’International Food Policy Research Institute (Ifpri), rileva che grano, riso, mais, orzo, patate, soia e verdure sono tutti proiettati a subire perdite di nutrienti di circa il 3% in media entro il 2050 proprio a causa dell’elevata concentrazione di anidride carbonica.
In particolare, i livelli di proteine, ferro e zinco disponibili pro-capite saranno rispettivamente del 19,5%, 14,4% e 14,6% inferiori rispetto a quanto sarebbero stati senza l’effetto dei cambiamenti climatici. Si prevede che le riduzioni di nutrienti saranno particolarmente gravi in Asia meridionale, Medio Oriente, Africa e ex Unione Sovietica, ovvero regioni in gran parte composte da paesi a reddito medio-basso dove i livelli di sottonutrizione sono generalmente più alti e le diete sono più vulnerabili agli impatti diretti dei cambiamenti climatici.