Emicrania, un nuovo farmaco Teva riduce del 50% gli attacchi mensili

Presto sarà disponibile anche in Italia un nuovo farmaco per combattere l’emicrania. E’ stato, infatti, già approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) la nuova molecola messa a punto da Teva, fremanezumab, un anticorpo monoclonale umanizzato (anti-GCRP), somministrabile una volta al mese o trimestralmente con iniezione sottocutanea. Gli studi sulla sua efficacia parlano di una molecola rivoluzionaria: associato al vaccino – che esiste ma in pochi conoscono – potrebbe davvero rivoluzionare la vita dei 136milioni di europei che soffrono di emicrania.

Lo studio Focus, randomizzato, multicentrico e in doppio cieco, presentato al 13/mo congresso della European Headache Federation, in corso ad Atene e in via di pubblicazione, ha coinvolto circa 800 pazienti, sia con emicrania cronica (più di 15 episodi mensili) che episodica (meno di 15). Tutti sono stati trattati per 12 settimane e avevano precedentemente impiegato senza successo altre classi terapeutiche di farmaci comunemente impiegati per la prevenzione degli attacchi, ma non sviluppati ad hoc per questo scopo (come betabloccanti, anticonvulsivanti, calcioantagonisti, antidepressivi). Dai risultati è emersa una riduzione significativa dei giorni mensili di emicrania, inoltre è emersa una sovrapponibilità di efficacia e sicurezza, sia per la somministrazione mensile che trimestrale.

Da un ulteriore studio a lungo termine, anche questo presentato al Congresso, è emerso che c’è stata in media una riduzione di oltre 6 giorni di emicrania al mese. In particolare, il 60% dei pazienti con emicrania, sia cronica che episodica, nell’ultimo mese di trattamento, presentava una riduzione del 50% dei giorni con emicrania mensili. In entrambi gli studi, gli eventi avversi non erano di rilievo clinico e hanno riguardato principalmente reazioni al sito di iniezione.