Vietare il sottocosto? È scontro sul progetto di legge

Entra nel vivo, con le audizioni delle parti interessate, il progetto di legge sulle norme per contrastare il fenomeno della vendita sottocosto. Il progetto di legge di Susanna Cenni (Pd) e Chiara Gagnarli (M5s) è in Commissione agricoltura, prevede, tra l’altro misure di contrasto alle aste al doppio ribasso. Ma non solo.
Secondo l’intenzione dei proponenti sarà vietata “la vendita al pubblico di un prodotto effettuata ad un prezzo inferiore a quello risultante dalle fatture di acquisto maggiorato di Iva e di ogni altra imposta o tassa connessa alla natura del prodotto e diminuito degli eventuali sconti o contribuzioni riconducibili al prodotto”.
E questo ovviamente fa discutere. Da una parte Federdistribuzione, l’associazione di categoria della Grande distribuzione (i supermercati), dall’altra chi, come Fabio Ciconte, direttore di Terra! Onlus e, tra l’altro, protagonista di una lunga battaglia contro le aste al ribasso, non va giù tenero sulla contrarietà delle insegne italiane. “È inaccettabile l’atteggiamento di tutta la Grande distribuzione che si coalizza contro il divieto del sottocosto. Dicono che è una misura antispreco ma sanno bene che parliamo di aste al ribasso e di pratiche sleali che fanno male ad agricoltori e produttori”.

Ovviamente di segno opposto le dichiarazioni di Federdistribuzione che spiega come la legge già esistente sul sottocosto “esclude espressamente i prodotti freschi e deperibili, perché questi prodotti devono giungere ai consumatori in tempi rapidi per evitarne il deterioramento. Il commerciante deve quindi avere la possibilità di farlo liberamente, senza appesantimenti burocratici, anche decidendo di proporli a un prezzo più basso di quanto li ha pagati, assumendosi completamente l’onere economico dell’operazione”.

L’associazione assicura che “Questa pratica non incide sui fornitori, che ricevono dalla Gdo sempre lo stesso prezzo d’acquisto necessariamente (per definirsi realmente un “sottocosto”) più alto di quello di vendita, favorisce i consumatori, che trovano la massima convenienza e contribuisce a ridurre gli sprechi”.
La battaglia è appena iniziata