Biossido di titanio, la stretta dell’Ue non riguarda creme solari e cosmetici

In Europa la lobby che difende il biossido di titanio continua d avere la meglio. Il voto finale, rimandato già più volte, è atteso per il prossimo 11 aprile ma la Commissione europea sembra intenzionata a non dare seguito alle indicazioni dell’Echa secondo le quali dovrebbe essere apposta sulle confezioni dei prodotti che contengono biossido di titanio, l’avvertimento che l’ingrediente è considerato un potenziale cancerogeno per l’uomo. E’ la prima volta che l’esecutivo europeo non segue le indicazioni del Comitato ma evidentemente le pressioni delle lobby sono molto insistenti.

Che cos’è l’E171

Il biossido di titanio è uno sbiancante chimico che può essere trovato in creme solari, dentifrici, alimenti, plastica, vernici e molti altri prodotti. Nel 2006 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità lo ha dichiarato “possibile cancerogeno per l’uomo” dopo test su animali: le evidenze scientifiche hanno dimostrato che, se inalato, il biossido può essere responsabile di tumori polmonari. Un rischio più elevato se la sostanza è utilizzata nella sua forma nanometrica: i nanomateriali sono versioni estremamente piccole di prodotti chimici esistenti e la preoccupazione è che possano accumularsi nel corpo e entrare nelle membrane delle cellule umane e influenzare la loro funzione. Un timore che non ha l’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare europea, per la quale non si tratta di un additivo “problematico”. Una conclusione ribadita ancora pochi mesi fa quando, sulla scia di tutto il clamore suscitato dall’E171, si è rifiutata di sottoporlo a una nuova valutazione di sicurezza.

Avvertire o non avvertire?

Se l’Echa insiste affinchè l’avvertimento compaia su tutti i prodotti che contengono biossido di titanio in qualsiasi forma, la Commissione propende per inserire il warning esclusivamente sui prodotti che lo contengono in polvere perché – sostiene  l’esecutivo – il problema sorge quando la sostanza viene inalata. Questa limitazione, però, finirebbe per non comparire sulle creme solari spray, cosmetici e vernici spray.

Se approvato, sarebbe un rifiuto piano della scienza per ragioni commerciali e creare un pericoloso precedente, secondo una lettera firmata da 28 ONG. La pertinente normativa UE in materia di etichettatura afferma che i lavoratori e i consumatori dovrebbero essere allertati pericoli chimici su base puramente scientifica, senza alcuna considerazione politica.