Obesità, il nuovo business di Big Pharma sui farmaci “anti appetito”

L’obesità ha raggiunto proporzioni epidemiche a livello globale, con almeno 2,8 milioni di persone che muoiono ogni anno a causa del sovrappeso o dell’obesità. Combattere contro una epidemia prevede la messa in campo di azioni preventive e di cura. Tuttavia, gli sforzi in termini di promozione di stili di vita sani non comportano una garanzia di ingenti guadagni, a breve termine. È un gioco a lungo termine, soprattutto se si è di fronte a un fenomeno che non accenna a diminuire. Anzi, la prevalenza di questa patologia si è triplicata tra il 1975 e il 2016, anno in cui l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità ha contato nel mondo 650 milioni di adulti obesi e 1,9 miliardi in sovrappeso. Meglio forse puntare su qualcosa di più remunerativo, come lo sviluppo di farmaci per il trattamento dell’obesità.

Sei medicinali pronti entro il 2026

La società di analisi di mercato GlobalData ha pubblicato recentemente il rapporto “Obesità: scenario competitivo al 2026”: si tratta di una valutazione del panorama clinico e commerciale dell’obesità partendo dalla previsione che l’approvazione di nuovi agonisti e farmaci per ridurre l’appetito guideranno la crescita del mercato nel prossimo decennio. I protagonisti di Big Pharma citati nel report sono, solo per citarne alcuni, Sanofi, Novo Nordisk, Pernix Therapeutics, Nalpropion Pharmaceuticals, AstraZeneca.

Un articolo della rivista Valori fa il punto su questo attuale fronte di investimento: “Secondo la società di analisi del mercato GlobalData sarebbero ben 253 (i farmaci, ndr) nelle varie fasi di sviluppo. E i giganti di Big Pharma dovrebbero lanciarne sei entro il 2026 sugli otto mercati principali, ovvero gli Stati Uniti, i “magnifici cinque” in Europa (Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito), il Giappone e la Cina. Attualmente i farmaci approvati dai principali organismi autorizzativi competenti non sarebbero che una manciata: sei dalla Fda (Food and Drug Administration) sul mercato statunitense, due dall’Ema (European Medicines Agency), uno solo dalla Pharmaceuticals and Medical Devices Agency in Giappone e due farmaci dalla China Food and Drug Administration. Dal punto di vista economico, si parla di previsioni di crescita che – sempre per quanto riguarda i mercati principali – vedrebbero un incremento straordinario del valore delle vendite. Da poco più di 400 milioni di dollari l’anno nel 2012 a una stima vicina agli 8,5 miliardi di dollari nel 2022”.

Il mondo ingrassa e big pharma batte cassa

Un mercato per il quale si potrebbe prevedere una espansione esponenziale, grazie ai guadagni indotti derivanti anche dalla cura delle complicanze e delle patologie a cui l’obesità può portare. “La persona obesa – si legge nell’articolo di Valori – ha un rischio più elevato di sviluppare malattie croniche come il cancro al seno, dell’endometrio, del colon, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e soffrire di disturbi muscoloscheletrici”. E così mentre il mondo ingrassa “le multinazionali del farmaco battono cassa: per loro, che sulla cura dell’obesità puntano moltissimo, le prospettive di mercato sono enormi”.