Si arricchisce la molto seguita serie dei Miti Alimentari sui cosidetti superfood, gli alimenti che a torto o ragione vengono considerati simili ai farmaci per effetti curativi o, più in generale, di aiuto alla salute. E dopo aglio, curcuma e zenzero non potevmo non occuparci delle bacche di goji, da qualche anno superstar delle bacche.
Le bacche di goji sono parenti stretti di mirtilli, lamponi o more e sono le bacche salutistiche per eccellenza
FALSO Le bacche di goji, Lycium barbarum e Lycium Chinense, sono dei frutti originari di paesi lontani come la Cina o la Mongolia e già questa loro esoticità li rende oggetto di curiosità da parte dei consumatori. Il nome goji con cui sono conosciute da tutti, nasce nel 1973 da un’intuizione di un botanico americano che volle ricordare il modo di chiamarle in cinese. Queste bacche sono giunte in occidente annunciate da numerose segnalazioni per le loro interessanti attività salutistiche verificate soprattutto nella medicina tradizionale cinese, ma purtroppo ancora ci sono poche prove seguendo i protocolli scientifici occidentali. Occorre ricordare che dal punto di vista botanico sono “parenti” delle patate, dei pomodori o dei peperoni, in poche parole sono delle Solanacee anche se sembrano molto più simili a mirtilli e more forse è una involontaria selezione naturale per rendere appetibili. Le bacche di Goji sono note per combattere l’invecchiamento in generale e per contrastare i radicali liberi che si formano durante alcune attività come il fumare, l’attività sportiva semiprofessionale oppure il semplice stress dovuto all’incauta promessa di fare shopping in centro durante le feste natalizie.
Assumere le bacche di goji non è un problema, sono dei frutti per cui posso mangiarne senza alcun limite
FALSO Il sillogismo “naturale equivale a innocuo” è sempre e comunque da verificare e per le bacche di goji non è prevista alcuna deroga o parziale concessione al loro abuso. Le dose giornaliera di bacche di goji accettabile dipende se si parla di bacche fresche oppure se ci riferiamo al prodotto secco. Proprio quest’ultima forma è la più frequente in commercio perché più facile da conservare, è meno a rischio di ammuffimento, ma il suo consumo richiede la reidratazione. Un passaggio del tutto simile a quello dell’uva passa. Questa fase è possibile anche con yogurt bianco oppure preparando budini o un dolce al cucchiaio. La quantità giornaliera considerata giusta e funzionale negli adulti è di circa 1-3 cucchiai di bacche di Goji disidratate, ovvero circa 25 grammi, mentre nel caso dei bambini è sufficiente utilizzare un paio di cucchiaini però da caffè e assumere in questo modo circa 12 grammi. L’alternativa più comune è utilizzare degli integratori a base di bacche di goji disidratate seguendo attentamente le dosi riportate nella confezione senza correre così il rischio di abusarne.
Le Bacche di Goji hanno alcune controindicazioni che ho valutato attentamente prima di iniziare a consumarle
VERO Le Bacche di Goji essendo della famiglia delle Solanacee potrebbero essere fonti di allergie come può accadere per pomodori, melenzane o peperoni ad esempio. Inoltre, possono interferire con i farmaci anticoagulanti a base di sostanze cumariniche come ad esempio la warfarina ma i dati attuali sono molto limitati per tale rischio. Al contrario la presenza di alcuni polisaccaridi, detti LBP, tipici delle bacche di goji possono dare un effetto ipoglicemizzante con appena 2,8 grammi di questi carboidrati particolari e le bacche in forma disidratata ovvero come integratore ne forniscono appena 400 mg al giorno quindi sette volte sotto il limite per considerare questo integratore un ipoglicemizzante. L’abuso di questo prodotto può originare un indesiderato effetto sull’equilibrio della glicemia che deve essere valutato da un endocrinologo o da un diabetologo. Le bacche di goji riducono la pressione arteriosa e non tutti concordano nel loro utilizzo durante la gravidanza per gli effetti allergizzanti che potrebbero possedere. Sono tuttora da valutare per gli effetti benefici e quelli collaterali, ma se usate nei limiti consigliati né in Italia né a livello europeo vi sono stati segnali preoccupanti per cui si debba dare una limitazione d’uso o una specifica avvertenza in etichetta.
Le bacche di goji mi aiutano a migliorare la vista come i mirtilli e i vari frutti di bosco ma anche il mio stato di benessere
VERO/FALSO Le bacche di goji, in particolare quelle del Lycium barbarum, sono dei frutti effettivamente molto ricchi di antiossidanti come i carotenoidi per cui contengono tanto beta-carotene ovvero 8 mg per 100 g pari alle carote, luteina, antiossidanti etc. che fanno bene al nostro organismo perché combattono i radicali liberi, l’inevitabile invecchiamento cellulare, le patologie croniche etc. Sono frutti salutistici così come peperoni, agrumi, pomodori etc., ma in misura più concentrata per cui ci forniscono un migliore supporto preventivo. Non possono farci dimagrire pur essendo ricche di proteine, di vitamine specie del gruppo B oltre alla vitamina C con ben 300 mg per 100 g di bacche, di fibre e avendo un indice glicemico basso che ci permette di superare gli inevitabili “morsi della fame”. Possono diventare un veloce snack tant’è che le ritroviamo spesso nelle confezioni salutistiche insieme alla frutta secca oggi tanto di moda sugli scaffali. Sulla capacità di migliorare la vista va raccontata una storia, risalente alla II Guerra Mondiale, che collega il consumo dei frutti di bosco alla migliore visione notturna. L’esercito alleato per nascondere lo sviluppo di una nuova arma difensiva alle forze nemiche, i quali non si spiegavano come mai i loro aerei fossero facilmente abbattuti anche di notte, fecero circolare forse la prima “fake news” per cui, le grandi mangiate di frutti di bosco a colazione facevano migliorare la visione notturna dei piloti alleati permettendo di abbattere facilmente gli aerei dei nemici. Di fatto gli alleati ebbero tempo sufficiente per sviluppare la nuova arma difensiva più nota come “radar” e i nemici per apprezzare meglio i frutti di bosco a colazione.
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