Scambiamoci un segno di pace (fiscale). Il decreto fiscale collegato alla manovra, approvato in seconda lettura al Senato e ora alla Camera per l’ok finale alla conversione, fa cifra tonda e cancella ai piccoli debitori le mini-cartelle fino a 1.000 euro. Era prevedibile che la norma del cosiddetto “stralcio”, contenuta nel collegato fiscale alla legge di Bilancio 2019 potesse far drizzare le antenne ai molti contribuenti intrappolati in controversie tributarie, magari anche gravose, ma che l’amministrazione dello Stato non esita a definire, per sé stessa, più onerose che proficue. Quindi capiamoci bene: 1.000 euro abbonati così, a tutti? E come? Per iniziare a far luce sulla questione abbiamo chiesto il parere a chi di fisco (e di contenziosi) se ne intende, Paolo Conti, direttore generale di Caf Acli.
Dottor Conti, chiariamo subito questo punto: quando si parla di “stralcio dei debiti fino a mille euro” a quali debiti si fa riferimento e di quali contribuenti? Tutti o solo alcuni?
Ci si riferisce in pratica a tutti i debiti, di tutti i contribuenti, iscritti a ruolo da Equitalia (che adesso si chiama Agenzia riscossioni) negli anni dal 2000 al 2010 compreso. Badate che non si tratta di soli debiti tributari, ma anche di multe per infrazioni al codice della strada, o magari di Canoni Rai non versati, quindi lo spettro è abbastanza ampio.
Il decreto, per l’esattezza, stabilisce che saranno stralciati i debiti di “importo residuo fino a mille euro”: possiamo spiegare cosa significa concretamente? Scritta così la norma sembrerebbe dire che laddove non ci sia un “debito residuo”, ossia se tutto il debito rientra nei 1.000 euro, lo stralcio non è applicabile. È così?
Significa che verranno annullati d’ufficio, il prossimo 31 dicembre 2018, tutte quelle cartelle emesse da Equitalia il cui saldo complessivo, risultante alla data del 24 ottobre scorso (quando il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ndr), sia pari o inferiore a 1.000 euro. Per saldo complessivo intendiamo dunque tutto il debito dovuto, a prescindere dal fatto che il debitore abbia o meno cominciato a pagarlo in precedenza.
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Cioè per essere ancora più chiari: se si devono allo Stato dei debiti, totali o residui, fino a 1.000 euro, questi sono automaticamente cancellati, come se non fossero mai esistiti?
Sì, esattamente.
La norma dice inoltre che nel tetto dei 1.000 euro rientrano anche gli interessi più le sanzioni, quindi di fatto si azzera tutto, il debitore non dovrà pagare più nulla?
Esatto, proprio così. Stiamo parlando di “ruoli”, quindi di cifre intese non solo come debiti in sé, ma come somme complessive ancora dovute allo Stato tra imposta non versata, sanzioni e interessi.
Cosa accadrà invece con le cartelle per cui eventualmente sia già stata richiesta, ottenuta e avviata, la prima o la seconda rottamazione? Saranno stralciate anche quelle? Poniamo ad esempio che un debitore abbia già pagato alcune rate della rottamazione-bis e gli manchino da versare 1.000 euro: in base alle regole dello “stralcio” dovrà pagarli o no?
Sì, dovrà pagarle. Stando al tenore letterale del decreto, questi debiti residui dovuti alla rateizzazione delle rottamazioni, se relativi ad anni anteriori al 2010, dovrebbero essere ancora dovuti. Parlo al condizionale perché ancora alla Camera il testo può essere cambiato.
Per far sì che lo stralcio sia valido bisognerà presentare qualche richiesta all’Agenzia riscossione o avverrà tutto in automatico?
Avverrà tutto in automatico: il debitore non dovrà presentare nessuna richiesta o domanda formale.
La norma infine fa riferimento a eventuali somme versate “anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto” dicendo che resteranno “definitivamente acquisite”, quindi in pratica non più rimborsate. Ci sembra un po’ una contraddizione, non crede? Cioè da un lato lo Stato dice di non volere più le somme fino a 1.000 euro, però poi se un contribuente (magari poco informato o scrupoloso) le versa, non gli saranno più rimborsate…
Salvo modifiche, ad oggi comunque le rispondo di sì: quanto eventualmente versato in eccesso potrebbe essere compensato con altri eventuali debiti.