Inquinamento da plastiche: “Da Bruxelles in arrivo norme molto rigide”

MICROPLASTICHE

Ha fatto e sta facendo molto discutere l’inchiesta di copertina del Salvagente sul numero che va in edicola oggi. Un test, vale la pena ricordarlo, che denuncia la presenza di microplastiche in 18 soft drink industriali.

Il test sulle microplastiche è la storia di copertina del Salvagente di ottobre, in edicola da oggi. 18 le bevande analizzate: cole, aranciate, gassose, tè freddi, acque toniche… Scaricatelo qui

Seven Up, Pepsi, San Benedetto, Schweppes, Beltè, Coca-Cola, Fanta, Sprite sono solo alcuni dei marchi finiti sotto la lente d’ingrandimento e che – con una certa sorpresa – hanno tutti fornito un responso univoco: la presenza di microplastiche non ha risparmiato alcun prodotto, tutte e 18 le bottiglie sono risultate contaminate, con valori che vanno da un minimo di 0,89 mpp/l (microparticelle per litro) ad un massimo di 18,89 mpp/l.

Un problema, ovviamente, legato all’inquinamento di plastica e sul quale proprio in questi giorni si sta discutendo a Bruxelles, dove si stanno esaminando gli emendamenti alla direttiva plastica. A raccontarci l’aria che tira in Europa è Massimo Paolucci, eurodeputato del Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo e membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.
Paolucci ha seguito con attenzione l’inchiesta sulle microplastiche pubblicata sul Salvagente appena andato in edicola e la considera un taglio importante: “Se lo avessi letto prima lo avrei utilizzato in Commissione”, ci dice.

Ci spiega Paolucci: “Sono davvero impressionato. In queste ore a Bruxelles siamo nella fase dei compromessi per capire quanti degli 800 emendamenti presentati alla proposta di direttiva saranno sintetizzabili e presentabili. E non ricordo qualcosa di simile a quanto sta accadendo ora sulla plastica: da destra a sinistra si fa a gara a chi presenta misure più severe di quelle previste dalla Commissione. Vedo le grandi lobby industriali quasi rassegnate a un intervento che sarà molto, molto forte. Anche perché molti di questi prodotti monouso sono prodotti in Italia e Spagna, quindi nei paesi del nord non ci sono interessi industriali da difendere”.

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Paolucci, proviamo a ipotizzare le novità che usciranno dal Parlamento rispetto alla strategia resa pubblica dalla Commissione?
Molto probabilmente ai divieti si aggiungerà quello dell’utilizzo dei sacchetti ultraleggeri non compostabili; in discussione c’è anche lo stop della plastica in aste di gelati e dolciumi. Mentre sulla riduzione dei consumi si inseriranno sigarette e salviette umidificate. Credo anche che, rispetto al testo attuale della direttiva che parla di “significativa riduzione”, per alcune tipologie di prodotti bisogna arrivare ad una quantificazione più precisa, la mia proposta è: riduzione del 40% in 6 anni e del 60% in 8 anni.
Ci sono emendamenti che teme che non passeranno e che invece potrebbero essere utili?
Uno degli emendamenti che ho proposto e che al momento non ha la maggioranza. Per quanto riguarda i prodotti come posate piatti e bicchieri ritengo debba farsi un’eccezione, limitata nel tempo, che ne conceda l’utilizzo nelle mense degli ospedali e delle carceri. Si tratta di un tipo di plastica che viene raccolta e riutilizzata, ritengo sia una misura di buonsenso. Ho anche proposto che i tappi delle bottiglie di plastica, oltre a dover essere non separabili dalla bottiglia stessa, siano fatti nello stesso materiale per facilitarne il riciclo. Spero, inoltre, che si aggiunga un altro mio emendamento, e cioè, che il contributo dei produttori sia proporzionale alla progettazione del prodotto, ovvero più il prodotto è riciclabile, più è fatto senza materie prime vergini, più è riparabile e meno si pagherà.
Sembra uno scenario abbastanza positivo…
Lo ripeto, vedo che le grandi lobby si stanno rassegnando: fermare questo processo è un po’ come tentare di fermare il vento con le mani, il messaggio è passato in modo clamoroso. Anche chi, come i popolari italiani, ha provato a far passare messaggi diversi spinti dalle industrie, è stato travolto.