Caro lettore,la sua segnalazione pone due problemi, non certo infrequenti nel mercato troppo opaco della telefonia. Il primo è quello delle proposte che, al momento della prima fattura, si scoprono carenti di “piccoli” dettagli (come il prezzo reale). La seconda, ancora più sconcertante, è data dal business di Tim su un modem sul quale, se sono corrette le sue rilevazioni guadagna qualcosa come 200 euro. Davvero troppo. Abbiamo chiesto a Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia, un parere. Ecco la sua risposta.
La situazione in cui si trova, signor Stangoni, è comune a moltissime persone che hanno sottoscritto un contratto di rete fissa con Tim. Nella maggior parte dei casi, è stato omesso di comunicare che ci sarebbe stato da aggiungere il costo, assolutamente fuori mercato, di un modem che fino a poco tempo fa, Tim giustificava come elemento indispensabile per la corretta conclusione del contratto, anzi per il corretto funzionamento del contratto stesso.
LE NOVITA’ SUL MODEM
Ricordo che, dal primo agosto 2018, l’Agcom ha approvato le misure attuative del regolamento europeo, che fin da gennaio 2017, stabiliva una libertà di scelta degli apparecchi utilizzati per l’accesso alla rete internet da postazione fissa. Quindi, attualmente gli operatori non possono rifiutare di collegare apparecchiature scelte dal cliente, alla propria rete, se queste presentano i requisiti di base previsti, né possono imporre oneri aggiuntivi o ritardi ingiustificati.
Il lettore, è incorso in questo comportamento poco trasparente tenuto dagli operatori di Tim nel momento in cui propongono un nuovo contratto e visto che è una prassi diffusissima, viene da chiedersi se gli operatori non vengano proprio formati in tal modo, cioè se gli viene “consigliato” di formulare un’offerta commerciale con alcune lacune…
CHIEDETE LA REGISTRAZIONE VOCALE
Altro aspetto, poco chiaro ma fondamentale, è la mancanza di una registrazione vocale: qualunque nuovo contratto, qualunque modifica del contratto, va validata con una registrazione vocale, a maggior ragione se si cambiano completamente le condizioni in essere. La registrazione quindi andava necessariamente fatta e in questa, si sarebbe dovuto esplicitare oltre al canone mensile ed altre caratteristiche dell’offerta, anche la presenza del modem e il relativo costo.
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Il consiglio, in casi come questi, è di richiedere ufficialmente, quindi per iscritto, copia della registrazione vocale, specificando che le condizioni presenti sulle fatture di periodo, non corrispondono a quanto detto dall’operatore Tim, all’atto della variazione. Tim dovrà rispondere necessariamente.
RICORRE ALLA CONCILIAZIONE
Trascorsi 30 giorni, senza aver ricevuto risposta o avendo ricevuto una risposta insoddisfacente, sarà il caso di avviare una conciliazione, che è una opportunità per la risoluzione extragiudiziale delle controversie, davanti al Co.Re.Com., scaricando il modulo necessario dal sito Co.Re.Com. della Regione di appartenenza, oppure avviare una conciliazione paritetica, scaricando l’apposito modulo dal sito di Tim. Entrambi i siti, oltre al modulo, indicheranno come proseguire concretamente per l’invio e per tutto l’iter successivo della pratica.
Il Sig. Stangoni si potrà fare assistere in questo, anche da un’associazione di consumatori.
Vista la tendenza oramai conclamata di Tim di non rispondere ai reclami dei propri clienti o di rispondere con prestampati che poco hanno a che vedere con quanto richiesto, ritengo che ricorrere alla conciliazione, sia l’unica strada per ottenere ragione alle giuste richieste del Sig. Stangoni.