Cozze, attenzione non c’è data di scadenza: “Devono essere vive all’acquisto”

Le cozze devono essere “vive e vitali al momento dell’acquisto” e l’etichettatura deve riportare precise informazioni come la provenienza: “Se il prodotto è di allevamento bisogna indicare il paese di origine che per i molluschi corrisponde con quello in cui il prodotto è stato sottoposto alla fase finale del processo di allevamento o di coltura per almeno sei mesi”, ci spiega la dottoressa Valentina Tepedino, veterinario e direttrice di  Eurofishmarket, portale di riferimento per il settore ittico.

Nel nuovo numero in edicola e disponibile anche on line abbiamo realizzato un test su 8 campioni di mitili (dalle Nieddittas di Oristano alle Spano di Olbia, dalle Effelle dell’Alto Adriatico alle cozze del Consorzio di Goro per citare le principali) acquistati in altrettanti supermercati (Coop, Conad, Carrefour, Todis, Elite, Auchan, Esselunga, Eataly) e li abbiamo sottoposti a diverse analisi in due differenti laboratori. Il quadro tratteggiato dai risultati ottenuti è più che rassicurante: la qualità e la sicurezza delle cozze che abbiamo testato sono davvero elevate. Al di sopra di ogni sospetto.

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Informazioni “impermeabili”

Ma cosa deve essere riportato sulle confezioni? “In etichetta – prosegue l’esperta – tra le altre indicazioni deve essere riportata la denominazione di vendita e quella scientifica (‘Cozza’ o ‘Mitilo’ e ‘Mytilus galloprovincialis’), la data di imballaggio, il centro di spedizione e il metodo di produzione, cioè se allevato o pescato”. Le cozze devono essere contenute in retine sulle quali deve essere presente un’etichetta “impermeabile”, capace cioè di non scolorire a contatto con l’acqua.

Diffidate di quelle sfuse

Le cozze non hanno una scadenza predefinita e “non esiste nemmeno un periodo stabilito per legge tra la raccolta e la messa in vendita sui banchi: le cozze possono essere vendute fino a quando sono vive”.
Spesso i mitili vengono venduti “sfusi”, fuori dalle retine: ci si può fidare di quelle vendute nelle bacinelle? “Assolutamente no – risponde l’esperta – perché non è consentito dalla normativa in quanto se ne perde la tracciabilità certa e aumentano anche i rischi per la salute pubblica considerando che non conosciamo l’igiene delle bacinelle e la natura dell’acqua utilizzata nelle stesse”. I molluschi vivi, ricordiamo, riescono a chiudere ermeticamente le loro valve, anche fuori dall’acqua, riescono a trattenere meglio il loro liquido intervalvare e dunque a durare di più. Le caratteristiche anatomiche dunque incidono anche sulla loro vita commerciale. “Ad esempio, cappesante e cannolicchi – conclude la Tepedino – non riuscendo in alcun modo a chiudere ermeticamente le valve, devono essere gestiti con maggiore attenzione”.

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