Il tutor come il grande fratello? Ecco come è nata la bufala

Ci siamo cascati anche noi e per questo chiediamo scusa ai nostri lettori. La notizia che si è diffusa ieri su molte agenzie e giornali on line – e anche sul nostro –  secondo cui i nuovi tutor controllano non solo la velocità del veicolo in corsa ma anche il pagamento del bollo, dell’assicurazione e l’adempimento della revisione obbligatoria è una bufala. Una fake news come si usa dire oggi. E a smentirla è proprio la Polizia di Stato che abbiamo interpellato per chiarirci le idee. “Il tutor è approvato, così come la legge richiede, solo per l’accertamento delle violazioni concernenti il superamento dei limiti di velocità. Quindi non è uno strumento che può essere utilizzato per accertare violazioni di tipo diverso” ci fa sapere Stefano Ferrara, Tutor e bollo auto, come stanno davvero le cose: “La legge è molto chiara”, vice questore della Polizia di Stato del servizio Polizia Stradale“.

Iniziamo dal bollo che è, in effetti, una tassa di proprietà e non spetta alla Polizia il controllo sul suo pagamento che spetta, invece, alle Regioni che pur tra mille difficoltà cercano di scovare gli evasori. Più complessa la questione relativa al controllo sulla revisione e sull’assicurazione. In entrambi i casi, seppur nei fatti questo controllo sarebbe semplice da mettere in pratica, nei fatti manca una norma che dia il via libera “giuridico”. Dal 2016 l’articolo 201 del Codice della strada prevede controlli automatici anche sul rispetto dell’obbligo di revisione ma richiede che vengano effettuati con «appositi dispositivi o apparecchiature di rilevamento». “E l’attuale tutor no è omologato per fare questi controlli” aggiunge il vice questore. Dunque, occorre che il ministero delle Infrastrutture riapprovi per questo scopo specifico anche i sistemi esistenti, cosa che ad oggi non è stata ancora fatta. È lo stesso problema che dal 2012 blocca i controlli automatici sull’evasione dell’assicurazione Rc-auto, fenomeno che in questi anni ha fatto molto più scalpore delle mancate revisioni. Quindi, ad oggi, i sistemi di lettura automatica delle targhe si possono utilizzare solo come ausilio alle pattuglie: individuano i potenziali trasgressori dando un allarme agli agenti, che devono fermare il veicolo e verificarne i documenti. Mentre ciò avviene, decine di altri potenziali trasgressori passano indisturbati.