Il contrordine arriva direttamente dal presidente della Camera, Roberto Fico, che manda in fumo i sogni di estimatori e lavoratori del settore della sigaretta elettronica: l’emendamento “Salva svapo” è stato ritenuto inammissibile e non finirà nel testo finale del decreto dignità , come invece era stato annunciato. La decisione è arrivata a causa della decina di emendamenti presentati da Forza Italia e dal Pd che hanno spinto la maggioranza a stralciare la proposta di abolire la tassazione delle e-cig, ritenuta ingiusta e fortemente penalizzante dall’intero comparto.
Vizio formale
“Ora – commenta Stefano Caliciuri, direttore di Sig magazine, quotidiano online sul mondo del vaping – si apre un nuovo capitolo che necessariamente deve tenere tutto quanto di buono è avvenuto in questi giorni. A cominciare dalla volontà politica di Lega e Cinquestelle dimostrata nella firma congiunta di tutti i parlamentari presenti nelle Commissioni Lavoro e Finanze. Se l’iter dell’emendamento si è interrotto sul nascere è stato per una leggerezza procedurale: il provvedimento non era direttamente legato alle norme oggetto del Decreto Lavoro. Nessun complotto, solo rigorosa applicazione del regolamento della Camera dei Deputati in occasione di conversione in legge di decreti d’urgenza. Al Senato, ad esempio, le maglie sono più larghe. Probabilmente un emendamento analogo sarebbe stato ammesso alla votazione”.
Il commento: “Restiamo ottimisti”
Calaciuri si dice ottimista: “Se c’è la volontà politica, e torniamo a ripetere che è stato dimostrato che esiste, il mercato delle sigarette elettroniche potrebbe essere liberalizzato già da domani. Può essere un decreto della presidenza del Consiglio, può essere una iniziativa parlamentare, può essere un emendamento in una legge ordinaria, può essere un emendamento in fase di discussione al Senato dello stesso decreto Dignità . Ci sono ancora mille strade e mille possibilità Non occorre però disperare. Per la prima volta il risultato non è mai stato così vicino e, soprattutto, per la prima volta sono stati gli altri a doversi difendere”. Il riferimento è alla Federazione italiana tabacchi che ha spinto negli anni per una regolamentazione, anche fiscale, più stringete per i venditori di e-cig, e ai partiti che hanno approvato la tassazione per lo svapo, durante il governo Gentiloni.